di Federica Di Pietro. Il 7 ottobre in Venezuela si voterà per le elezioni presidenziali che vedono sfidarsi il Presidente uscente Chàvez ed il candidato dell’opposizione Henrique Capriles Radonski. Chàvez è il candidato scelto dal Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), ha una formazione socialista democratica ispirata ai principi del marxismo e di Simòn Bolìvar, ed aspira ad essere rieletto per la quarta volta dal 1999. La sua politica anti-americana e di sinistra ha costituito un modello per molti Stati del Sud America che hanno condiviso con il presidente venezuelano l’ideologia della Marea Rosa, basata principalmente sull’opposizione allo strapotere americano in materia di politica estera. Tale ideologia ha avuto un grande seguito in America Latina e ad essa hanno aderito alcuni presidenti ed ex presidenti di vari Paesi Sud Americani, come ad esempio, i presidenti del Brasile, Lula e Roussef, dell’Ecuador, Correa, della Bolivia, Morales, dell’Argentina, Nèstor e Kirchiner e del Paraguay, Duarte.
Lo sfidante Capriles rappresenta l’unione delle opposizioni ed è a capo del partito di centro destra “Primero Justicia”. Capriles è stato eletto leader dell’opposizione dopo essere stato scelto tra altri candidati tra i quali, l’ex segretario di Kofi Annan, Diego Arria Salicceti, l’ingegnere Marìa Corina Machado, l’ex governatore Pablo Pérez Alvarez e l’ex sindaco Leopoldo Lòpez. Nonostante la sua giovane età, a soli 39 anni, ha una carriera politica di tutto rispetto che lo ha portato nel 2008 ad essere eletto governatore dello Stato di Miranda.
La campagna elettorale che ha interessato circa 250 mila elettori venezuelani è stata molto competitiva, arrivando a provocare spiacevoli episodi. Capriles di religione cattolica, ma dalle origini ebraiche, è stato accusato da Chàvez di aver fatto parte di un’associazione neo nazista di famiglie benestanti. Il leader dell’opposizione dopo aver chiesto al presidente venezuelano le scuse ufficiali, ha affermato: ”Mia nonna è sopravvissuta all’Olocausto. Chávez parla senza avere idea di che cosa siano stati il fascismo e il nazismo”.
Al di là delle sfide elettorali, l’attuale situazione economica del Venuezuela non è delle più floride e data l’importanza del Paese nel sud America, l’elezione di un nuovo presidente potrebbe modificare i delicati equilibri attualmente esistenti in Latin America. Secondo i dati, il 10% della popolazione venezuelana vive in condizioni di povertà, mentre si contano circa il 64% di lavoratori precari e la dispoccupazione ha raggiunto la soglia del 20%. A causa dei disordini sociali la criminalità è aumentata enormemente e nel corso del 2010 ci sono stati circa 17 mila omicidi, cifra che il governo non ha smentito neppure per il 2011. Oltre alle difficoltà economiche del Paese, un’ulteriore preoccupazione a livello internazionale è rappresentata dallo stretto legame che intercorre tra Venezuela e Iran, legati entrambi dall’odio per la politica americana e dal comune interesse negli affari petroliferi. Sembrerebbe infatti, che il Venezuela abbia venduto all’Iran circa 5,5 tonnellate di materiale esplosivo, ulteriore prova dei rapporti commerciali esistenti tra le due potenze.
Dopo aver compiuto una breve analisi dell’attuale situazione politico-economica di uno dei Paesi più importanti dell’area Sud Americana, non resta che attendere l’esito delle elezioni ricordando che i venezuelani utilizzeranno un “nuovo sistema” di voto, che consiste nel rilasciare le impronte digitali prima di votare. Secondo gli oppositori di Chàvez non vi sono dubbi: il sistema servirebbe ad intimidire gli elettori, dal momento che tali impronte risultano già fornite da ogni cittadino venezuelano all’atto del rilascio da parte delle autorità competenti del documento di identità.
Un commento su “Venezuela: luci ed ombre sulle prossime elezioni presidenziali”
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Stefano Nespor
1 ottobre 2012 – 16:38(Correggi)
per ulteriori approfondimenti, consiglio un articolo sulle elezioni venezuelano sull’ultimo numero di The Economist (si può leggerlo online).