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Di Stefano Nespor. “Chi lavora e non può frequentare l’università, chi ha la facoltà lontano da casa, chi non vuole proprio spostarsi dalla propria abitazione… non avrà più scuse per non laurearsi. Sono sempre di più, infatti, i corsi di laurea attivati da università sia pubbliche che private che permettono agli aspiranti universitari di prendere l’agognato titolo di studio senza spostarsi dalla propria scrivania”
È questo l’attraente annuncio di uno dei più frequentati siti che si occupano di insegnamento universitario online. Se si aggiunge poi che i costi sono nettamente inferiori ai corsi di laurea che richiedono la frequenza, la soluzione proposta risulta ancor più invitante.
Ma, è davvero conveniente questa soluzione?
Negli Stati Uniti, i corsi universitari online sono una realtà assai diffusa da molti anni. Una recente stima calcola che circa sette milioni di studenti seguano annualmente solo corsi online (costituiti in media da 25 studenti): 1\3 di quelli che frequentano classi tradizionali.
Diciamo subito che molto, se non tutto, dipendente dalla serietà con cui i corsi sono erogati e le verifiche sull’apprendimento sono effettuate. Per questo, vale la pena di considerare solo i corsi online gestiti da Università di primaria importanza, che parallelamente offrono anche corsi con frequenza tradizionale (supponendo che le verifiche finali siano svolte in entrambi i casi con pari serietà e severità).
Ma, anche per questi casi, i risultati recentemente pubblicati da una ricerca condotta negli Stati uniti esaminando molte migliaia di corsi per cinque anni nei due stati di Washington e Virgina non sono per nulla incoraggianti: gli studenti online hanno maggiori probabilità di non riuscire agli esami o di attardarsi negli studi che non gli studenti che frequentano. Inoltre, studenti non particolarmente dotati rendono assai meno se scelgono corsi online. In questi casi, quindi, conclude lo studio, si spende di meno che non frequentando, ma si ottiene molto meno di quel che si spende.
Molti degli studenti che, per varie ragioni, iniziano a studiare online, si trovano poi svantaggiati se decidono di transitare in corsi tradizionali: si rivelano più immaturi nello studiare, più incapaci nell’organizzare il loro tempo e, in generale, molto più indietro nelle materie scientifiche.
Invece, risultati soddisfacenti vengono conseguiti da percorsi educative che prevedono sia corsi online che corsi tradizionali: la frequenza a questi ultimi produce l’effetto benefico di aiutare lo studente a cavarsela da solo nei corsi online.
In definitiva, si è certamente avviata una rivoluzione nei metodi di insegnamento universitari e I corsi online si affermeranno sempre di più: non richiedono strutture, sale di studio, personale. Ma possono risultare molto dannosi per studenti impreparati.
Per chi sia interessato ad approfondire, sul tema è in corso attualmente un dibattito sul New York Times, cui prendono parte docenti e studenti.

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