Il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali: una novità per aiutare gli Stati membri ad applicare le norme dell’UE a vantaggio dei cittadini, delle amministrazioni e dell’economia
Per migliorare l’applicazione delle norme dell’UE in materia di rifiuti, natura e biodiversità, qualità dell’aria, qualità e gestione dell’acqua.
La Commissione ha adottato oggi lo strumento per il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali – una novità per migliorare sia l’attuazione della politica ambientale dell’UE sia le norme stabilite di comune accordo. Oggi inauguriamo una nuova procedura. La Commissione affronterà, insieme agli Stati membri, le cause alla radice delle carenze di attuazione – trovando soluzioni, prima che i problemi diventino urgenti.
La piena attuazione della legislazione ambientale dell’UE potrebbe far risparmiare ogni anno alla nostra economia 50 miliardi di euro in costi sanitari e costi diretti per l’ambiente. Secondo l’Eurobarometro, tre cittadini su quattro ritengono che il diritto dell’Unione sia necessario alla protezione dell’ambiente nel loro paese, e quattro su cinque concordano sul fatto che le istituzioni europee dovrebbero essere in grado di verificare che le norme siano applicate correttamente.
Karmenu Vella, Commissario UE per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, ha affermato: “Un’applicazione frammentaria e non uniforme delle norme ambientali non rende servizio a nessuno. Migliorare le modalità di applicazione del diritto ambientale va a vantaggio dei cittadini, delle amministrazioni pubbliche e dell’economia. È qui che entra in gioco il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali. La Commissione europea si impegna ad aiutare gli Stati membri a garantire ai loro cittadini di poter contare su una qualità eccellente dell’aria, dell’acqua e della gestione dei rifiuti. Il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali fornisce le informazioni, gli strumenti e il calendario per raggiungere questo obiettivo.”
Il pacchetto odierno comprende:28 relazioni per paese che mappano – a livello nazionale – punti di forza, debolezze e opportunità; una comunicazione che riassume le conclusioni programmatiche delle relazioni per paese e prende in esame le tendenze comuni riguardanti la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti e l’economia circolare, la qualità dell’acqua e la salvaguardia della natura e della biodiversità; e raccomandazioni su come ottenere miglioramenti destinate a tutti gli Stati membri.
La revisione evidenzia che nel settore della gestione dei rifiuti, la prevenzione resta una sfida importante per tutti gli Stati membri; sei di loro, inoltre, non sono riusciti a limitare la messa in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili. La piena conformità con la politica dell’UE in materia di rifiuti al 2020 potrebbe creare 400 000 nuovi posti di lavoro.
Nonostante le molte le storie positive a livello locale nel settore natura e biodiversità, è necessario intensificare gli sforzi per l’attuazione della legislazione ambientale dell’UE, come confermato dal controllo dell’adeguatezza delle direttive Uccelli e Habitat svolto dall’UE. In caso contrario, la perdita di biodiversità nell’UE continuerà, compromettendo la capacità degli ecosistemi di rispondere alle necessità umane in futuro.
In 23 dei 28 Stati membri le norme sulla qualità dell’aria non sono ancora rispettate – in totale, si registra il superamento dei livelli in più di 130 città in tutta Europa. I trasporti sono una delle fonti principali di problemi per la qualità dell’aria. Anche le azioni finalizzate a ridurre il rumore ambientale, la seconda causa di problemi di salute legati a fattori ambientali, dovrebbero essere rafforzate.
Nel settore della qualità e della gestione dell’acqua la maggior parte degli Stati membri ha difficoltà a raggiungere la piena conformità in materia di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, e per tredici di loro si prospetta un’azione legale da parte dell’UE. Le concentrazioni di nitrati e i livelli di eutrofizzazione costituiscono ancora un grave problema in quasi tutti gli Stati membri.
Sono diverse le cause profonde di questa situazione e sono condivise da diversi Stati membri: un coordinamento inefficace tra i diversi livelli amministrativi, una capacità insufficiente, la mancanza di conoscenze e di dati.
Il lancio del pacchetto sul riesame dell’attuazione delle politiche ambientali sarà seguito da discussioni con ciascuno Stato membro, dal lancio di uno strumento orizzontale peer-to-peer che consenta agli Stati membri di aiutarsi a vicenda scambiandosi conoscenze ed esperienze, e da dibattiti politici nell’ambito del Consiglio «Ambiente».
Contesto
Quando le norme stabilite di comune accordo non sono correttamente attuate, la Commissione può intraprendere un’azione legale. Al fine di evitarlo la Commissione collaborerà con gli Stati membri – utilizzando il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali – affinché siano in grado di applicare meglio le politiche e le norme ambientali.
Il riesame dell’attuazione delle politiche ambientali (in inglese Environmental Implementation Review, EIR) fa parte della strategia “Legiferare meglio” della Commissione, che prevede di migliorare l’attuazione della legislazione e delle politiche esistenti.