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UCRAINA 2022

Sergio Benedetto Sabetta

Ottanta anni fa cadeva la fortezza di Tobruk a seguito di una rapida manovra di Rommel, una delle due ultime fortezze nello scacchiere della Guerra in Europa, l’altra era Sebastopoli.

Vi è tuttavia una profonda differenza nei due avvenimenti che a prima vista sembrerebbero similari, la ferocia nella lotta determinata dalla presenza dell’ideologia e di una estesa popolazione, lo stesso che vi è attualmente in Ucraina.

Quello che i mass-media, presi dagli effetti speciali delle emozioni, non comunicano è la matrice ideologica che vi è alla base dell’agire, sembra che tutto derivi da una pazzia, dalla follia di un capo di Stato.

Vi è nella realtà il volersi ricollegare all’impero zarista e all’idea che la Russia esiste non quale semplice Stato di diritto di matrice occidentale, ma solo come impero, determinato dalla triplice, di Bielorussia, Ucraina e Russia, nella radice storica dei “Rus” di Kiev.

Il federalismo di Lenin e dell’URSS, represso da Stalin, fu quindi per questa visione geo-strategica un puro errore, parentesi nella storia millenaria dell’Impero Russo.

Su questo si aggiunge il calderone dei nazionalismi dell’Europa orientale, non certamente rientranti nell’errore prospettico di una semplice e pura globalizzazione economica, tutelata da una stabilizzazione sotto l’ombrello della NATO.

Quando lo scontro diventa ideologico, la ferocia ne è la conseguenza e la sua durata non ne fa che ampliare e approfondire le conseguenze, modificando il nostro sentire e lo stesso mondo come lo abbiamo fino ad ora vissuto.

Dobbiamo considerare che L’Ucraina come la vediamo oggi è a sua volta un composto di due entità principali la prima ad Occidente incentrata sulla Galizia e la Volinia, la seconda ad Oriente, memoria dell’antica “Rus”, radice della Russia attuale, tanto che la stessa struttura sociale risulta differente.

La Russia come Impero e non semplice Stato si fonda su una triade, Russia Bianca, Russia Orientale, Ucraina, che a sua volta si fonda su un’altra triade che è la Religione Ortodossa, la lingua e l’economia, di cui l’Ucraina è sia fonte che via di passaggio per il Mar Nero ed il Mediterraneo.

La Russia supera pertanto per esistere, come qualsiasi Stato, il puro fattore economico inglobando in sé un aspetto ideologico identitario, necessario per una sua compattezza spirituale.

Nell’antico scontro tra Oriente ed Occidente si inseriscono vari convitati di pietra, come la Turchia a livello locale per il suo ruolo di porta di accesso al Mediterraneo, ma il maggiore convitato a livello globale è la Cina.

Essa ha così, incoraggiando la Russia, tolto l’attenzione da se stessa, dalle sue responsabilità per la pandemia, dalle preoccupazioni per la costruenda via della seta, ha in qualche modo spezzato l’assedio che si stava configurando, ottenendo a sua volta l’appoggio per Taiwan e l’ampliamento della sua sfera nel Pacifico. Inoltre ha legato ulteriormente a sé la Russia con il suo immenso scrigno siberiano di materie prime ed acqua, necessarie al suo ampliamento economico-imperiale, infine può acquisire l’aurea comunicativa dell’intermediario pacificatore.

L’unica incognita negativa è la durata del conflitto, che può danneggiare seriamente le esportazioni, nonché l’erronea valutazione iniziale russa che può dare luogo a mosse impreviste per esasperazione e frustrazione.

NOTA

  • AA.VV. La Russia cambia il mondo – Limes 2/2022.