di Fulvio Conti Guglia. Nel campo della giustizia, il presidente del consiglio Mario Monti dichiara “numerose novità legislative”. In primis sulla trattativa Stato-mafia e le intercettazioni che hanno coinvolto il Presidente della Repubblica: “episodi gravi”, sottolinea il professore. Che aggiunge: “E’ peraltro evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi”, per cui “è compito del governo prendere iniziative a riguardo”. Poi, ci saranno novità “volte a dare risposta non solo all’emergenza carceraria ma anche a quella lentezza dei processi che, come calcolato dalla Banca d’Italia, incide negativamente sulla crescita del nostro Paese per un punto percentuale di Pil”.
L’intervento del Presidente del Consiglio, in merito alla trattativa Stato-Mafia, mostra ancora una volta come la preoccupazione di chi governa sia fondamentalmente incentrata sulla tutela delle prerogative istituzionali, senza tener conto che, nella specifica materia, non ci possono essere invasioni di “poteri costituzionali”, in presenza di un evidente (questo sì) attentato alla Costituzione e alla democrazia. In una simile condizione, la tutela della Repubblica democratica e della Costituzione devono necessariamente essere ritenute prevalenti rispetto a prerogative, privilegi, organi e poteri; qualsiasi diritto, in simili condizioni, diventa un “diritto affievolito” perché il bene supremo è quello contenuto nella Carta costituzionale. La trattativa Stato-Mafia si deve leggere ed interpretare come il tentativo di sovvertire lo stato democratico, lo stato sociale, lo stato di diritto (tentativo più volte esperito nel corso della storia d’Italia, da Salvatore Giuliano alle varie logge massoniche, dai servizi segreti deviati agli anni delle stragi rosse e nere o forse sarebbe meglio chiamarle grigie).
Se Monti intende mettere le mani alla riforma della Giustizia, inizi, viceversa, con l’abolizione del “Segreto di Stato”: un popolo che conosce la verità ha già ottenuto mezza Gustizia.
Gli interventi semplificativi e acceleratori sulla materia potrebbero poi essere semplici e numerosi, iniziando da un’informatizzazione, seria, di tutta l’attività processuale, dall’escussione dei testimoni alle cd. video conferenze, alle notifiche tramite posta certificata. Si andrebbe incontro ad un’esigenza di accessibilità ed economicità della giustizia, esattamente in senso contrario alla recente revisione geografica delle sedi giudiziarie, che invece comporterà la maggiorazione dei costi e delle distanze e, di conseguenza, la riduzione della presenza in aula del difensore di fiducia. La Giustizia dovrà strutturarsi e attrezzarsi in modo che chiunque possa ricorrere al diritto per ottenere giustizia senza aggravio di costi o di tempo (per questo abolire immediatamente l’ingiusta obbligatorietà della mediazione). Costerebbe pochissimo attrezzare, in ogni singolo Comune, una “sala o aula di giustizia” dove attraverso un Pc in collegamento di volta in volta con i vari Tribunali (penali, amministrativi, civili…in orari e giorni stabiliti) le parti, i testimoni, gli avvocati, possano partecipare ai processi. Di molte altre semplici cose di immediata attuazione si può parlare per migliorare la Giustizia ed accorciare definitivamente la durata dei processi, ma di certo non appare utile, oggi, discutere delle intercettazioni come strumento utile o meno a rilevare reati, e allo stato di fatto e di diritto lasciare il compito di dirimere l’eventuale conflitto di interessi e competenze sollevato dal Presidente della Repubblica o “eventuali abusi” alla Corte Costituzionale.
Altri interventi del Governo, preannunciati dal Presidente Monti, saranno:
– sostegno alle Scuole private. Monti, assicura che il governo “non farà mancare al settore delle scuole private, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico”.
– lotta all’evasione fiscale. “L’Italia si trova in uno stato di difficoltà soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno stato di guerra”. Secondo Monti il Nord Europa dice: «L’Italia è un paese molto ricco, però lo stato ha un fortissimo debito pubblico che magari richiederà domani di aiutarla a rinnovare; eppure ci sono italiani ricchi o medi che sistematicamente non pagano le tasse». Insomma, «l’evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all’estero». Ci vuole un’azione decisa: «Io stesso, fino a poche settimane fa, quando sono stato anche ministro dell’Economia e delle Finanze e quindi responsabile dell’Agenzia dell’entrate e responsabile politico della Guardia di Finanza, ho sempre incoraggiato fortemente le persone che vi lavorano a fare una dura lotta all’evasione. La seria lotta all’evasione può comportare la necessità di momenti di visibilità che possono essere antipatici. Ma che hanno un forte effetto preventivo nei confronti degli altri cittadini». Sul tema poi, nel pomeriggio, l’incontro con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf. Obiettivo prioritario per entrambi i Governi, la lotta all’evasione.