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La definizione di compost, viene fornita dalla delibera interministeriale 27.7.84 applicativa del DPR 915/82: Il composto è un prodotto ottenuto mediante un processo biologico aerobico dalla componente organica dei rifiuti solidi urbani, da materiali organici naturali fermentescibili o da loro miscele con fanghi derivanti da processi di depurazione delle acque di scarico di insediamenti civili come definiti all’art. 1-quater lettera b), della legge 8 ottobre 1976, n. 690.

Il processo di compostaggio deve assicurare, nella fase termofila, che il materiale organico in maturazione permanga per almeno tre giorni ad una temperatura non inferiore a 55 gradi C.. Al termine del processo produttivo il compost deve avere le caratteristiche agronomiche indicate nella tabella 3.1 e rispettare i valori limite di accettabilità indicati nella tabella 3.2.

Il compost non può essere addizionato con elementi fertilizzanti minerali prima della sua distribuzione agli utilizzatori. Quindi il compost è la risultante di un procedimento che interessa la massa organica dei rifiuti o comunque di altri materiali soggetti a fenomeni putrefattivi e che, attraverso un particolare processo mediante immissione di aria e acqua, consente ai batteri responsabili dei citati fenomeni putrefattivi di compiere il loro ciclo biologico. All’esito di questa attività, il materiale che deve rispettare dei parametri massimi in ordine alla presenza dì elementi estranei alla componente organica – risulterà stabilizzato (cioè non più foriero di fenomeni odorigeni e di percolazione) e igienizzato. In questo modo, tale materiale può essere impiegato per arricchire di nutrienti i terreni.

La definizione di FOS, che sta per frazione organica stabilizzata, essa costituisce la parte organica, prodotta dagli impianti, in seguito ad un processo di raffinazione e stabilizzazione, tale da permetterne la destinazione quale terreno di copertura giornaliera delle discariche a condizione che siano rispettati determinati parametri.

Il FOS generalmente è sottoposto a una stabilizzazione di circa un mese, mentre il compost, viceversa, subisce un trattamento ben più lungo comprensivo della maturazione.

Ad esempio il Piano Regionale (Campania) dei Rifiuti del 1996, a sua volta opera una distinzione tra vari tipi di compost a seconda della accuratezza del sistema di selezione dei rifiuti, selezione che incide sulle caratteristiche chimico-fisiche del prodotto finale, in particolare possono essere individuate diverse tipologie di compost:
compost verde, quello cioè derivante dalla raccolta di scarti vegetali, residui di verde ornamentale con esclusione delle alghe marittime;
compost misto quello cioè derivante dalla lavorazione della frazione umida raccolta in maniera differenziata, di liquami zootecnici e di fanghi da depurazione;
compost da rifiuti raccolti in maniera indifferenziata che può avere uno scarso impiego, quale quello di bonifica di cave e di discariche dismesse.

 

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TRIBUNALE DI NAPOLI Sez.5^ 01/02/2014 Sentenza n.16316

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