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Su autonomie e federalismo il ravvedimento del Ministro Passera

di Carlo Rapicavoli – Il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, in un intervento a Torino il 29 settembre, afferma: “Non abbiamo realizzato il federalismo di cui invece c’è bisogno. L’Italia è un Paese troppo diverso per fare le stesse cose dappertutto. Oggi il sistema è completamente imballato. Federalismo vuol dire che sia chiaro chi fa cosa e che ci siano responsabilità e risorse per realizzare le cose. Ci deve essere un rapporto tra le responsabilità date ai Comuni e i fondi per farvi fronte. Bisogna premiare le amministrazioni virtuose, commissariare sul serio quelle che non lo sono per rimetterle a posto”.

Il problema è che i provvedimenti del Governo adottati finora vanno nella direzione opposta.

Da ultimo la “spending review”, per Regioni e Autonomie Locali, si è tradotta ancora una volta in tagli pressoché lineari, malgrado i possibili correttivi annunciati ma di difficile applicazione se non altro nel 2012, che si sommano ai pesantissimi tagli precedenti.

Per il sistema delle autonomie, la quantificazione di tagli è pari a 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013 per i Comuni e mentre per le Province è di 500 milioni di euro per l’anno 2012 e di 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014 e 1.050 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015.

Si è imposta dall’alto, in violazione dei principi costituzionali, la riforma – o “riordino” come lo definisce il Governo – delle Province trascurando del tutto ogni analisi sulle funzioni e sulle competenze.

Non si è fatto nulla sulla miriade di enti, organismi, agenzie che costano miliardi e sfuggono ad ogni controllo dei cittadini che per lo più ne ignorano l’esistenza.

Si è inciso fortemente sulla rappresentanza a livello di amministrazioni locali, con tagli dissennati senza concreti benefici.

Adesso si registra il “ravvedimento” del Ministro Passera.

Ma il “ravvedimento” per considerarsi tale deve essere “operoso”, deve tradursi in atti concreti.

Non ci stancheremo mai di ripetere che, proprio in questa fase in cui si registra la evidente difficoltà della politica a svolgere il suo ruolo di interpretare e tradurre in azioni amministrative e di governo i bisogni della gente, occorre ripartire dai territori e dalle amministrazioni locali, quali sedi storiche e naturali di esercizio della democrazia partecipata, evitando il ritorno al centralismo statale.

Non può essere considerato un male inevitabile tagliare le rappresentanze democratiche per togliere occasioni di corruzione e malcostume.

La corruzione e il malcostume provengono dagli uomini che indegnamente hanno usato le Istituzioni a loro vantaggio personale; si combattono con gli strumenti propri di uno Stato democratico: la prevenzione e la repressione.

Non è il fallimento delle autonomie, ma di una parte di coloro che hanno avuto il mandato di rappresentarle.

Un adeguato ed efficace sistema di controlli garantisce la correttezza della gestione. Vanno introdotti controlli severi, trasparenza sull’uso delle risorse, sanzioni effettive ed immediate, decadenza dalla carica in caso di accertamento di responsabilità e successiva interdizione da ogni carica pubblica, revisione reale del sistema del finanziamento della politica a livello nazionale e regionale, eliminazione di ogni forma non documentata e trasparente di finanziamenti, rimborsi, elargizioni comunque denominate a gruppi parlamentari e gruppi consiliari regionali.

Chi immagina di rispondere alla pressante richiesta di pulizia che proviene dall’opinione pubblica ipotizzando soppressioni di livelli essenziali di governo non fa il bene delle Istituzioni.

Aspettiamo dunque l’ “operosità” del ministro Passera, auspicando che le sue dichiarazioni – ampiamente condivisibili – non siano state dettate solo dall’opportunità di soddisfare un uditorio sensibile a tali temi, ma che esprimano davvero una convinzione ed una strategia di governo di cui il nostro Paese ha urgente bisogno.

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