“Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che sarà il candidato votato dal M5S”: lo dice Beppe Grillo in un tweet. Finalmente qualcosa di concreto appare il primo nome ufficiale di Stefano Rodotà per il M5S, mentre il PD ancora “gioca” sui nomi come D’Alema, Amato, Marini o la Finocchiaro.
“Se queste sono prove di governissino, non ci sto” – “Se le intese, gli accordi e i dialoghi” che sono in corso in queste ore sul futuro Presidente della Repubblica costituiscono “la prova d’orchestra di un governissimo (PD-PDL) allora esprimiamo la nostra radicale contrarietà”, ha detto Nichi Vendola parlando in sala stampa a Montecitorio. Per il governatore della Puglia “dobbiamo cogliere il terreno avanzato di dialogo che ci offre la ‘rosa’ del Movimento 5 stelle. E’ una positiva, importante base di dialogo” se si vuole accogliere la domanda di cambiamento che viene dal paese. “Se si sta lavorando invece ad un inciucio lo si fa contro l’interesse del paese”, ha concluso Vendola.
Mentre, secondo quanto viene raccontato sia dal Pd che dal Pdl, durante i contatti di tra Enrico Letta e Angelino Alfano si sarebbe ragionato soprattutto di Amato. Come spiegava un parlamentare Pd, “il prossimo presidente ha davanti a sé un settennato difficile, una persona troppo fuori dai meccanismi della politica potrebbe non essere in grado di gestire la situazione. E serve una figura autorevole anche all’estero”.
L’idea di avere Stefano Rodotà come Presidente della Repubblica piace alla stragrande maggioranza degli italiani, però proprio in questi minuti trapela la notizia dell’accordo Pd, Pdl e Scelta Civica per Franco Marini come “scelta condivisa”.