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#save194: sul web il tam tam a difesa della legge.

Legge n.194/1978

Sarà all’esame della Corte Costituzionale, il prossimo 20 giugno, l’articolo 4 della legge del 1978 n.194, (circostanze che legittimano l’interruzione di gravidanza). La Corte Costituzionale dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ”gli articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.

Il caso in esame riguarda una ragazza minorenne ed è stato sottoposto alla Consulta da un tribunale, ma le conseguenze della decisione potrebbero avere valore per l’intera impostazione della legge che regola in Italia l’interruzione della gravidanza.

In blog, sottolinea Mario Puiatti (Presidente nazionale dell’AIED – Associazione Italiana per l’Educazione Demografica): “il Giudice Tutelare di Spoleto, anziché attenersi al suo ruolo e valutare l’istanza nell’ambito della legge, ha utilizzato la richiesta di autorizzazione all’interruzione volontaria della gravidanza di una ragazza minorenne per tentare di far fuori la legge 194, sostenendo che l’embrione è un individuo che gode degli stessi diritti della donna. Il Giudice Tutelare in particolare dovrebbe salvaguardare i diritti delle cittadine minorenni e “sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, delle ragioni che adduce e della relazione trasmessagli, può autorizzare la donna, con atto non soggetto a reclamo, a decidere l’interruzione di gravidanza”.

Ma è twitter il luogo dove certamente non mancano gli interventi di spicco a sostegno della causa. Da Roberto Saviano – “Salviamo la 194. Salviamo il diritto che le donne hanno di poter scegliere” – ad Antonio di Pietro che twitta “Tuteliamo diritti e salute delle donne”. Sindacati come la Cgil si associano con un “Saremo sempre per #save194, per difendere una legge di civiltà dalla parte delle donne e per questo ne pretendiamo l’applicazione”. Mentre l’associazione “Il corpo delle donne” chiede il sostegno della senatrice Emma Bonino: “Emma unisciti a noi, il tuo apporto è fondamentale”.

E non si deve attendere la dichiarazione congiunta di Emma Bonino, (vice presidente del Senato) e Filomena Gallo (Segretario dell’Associazione Luca Coscioni). “… La corte costituzionale si è già pronunciata in passato sulla prevalenza del diritto della donna a scegliere sulla propria gravidanza, dunque i giudici della Corte non potranno che confermare la legge 194. Quello che però è più allarmante è che vi siano ancora giudici che strumentalmente ripropongano vie proibizioniste al problema dell’interruzione di gravidanza. Va bene: giù le mani dalla 194, ma su le mani per impedire che l’obiezione di coscienza comporti una sottrazione di diritto chiaramente riconosciuto, per allargare i diritti e l’informazione sessuale, per consentire il pieno accesso alla Ru486 oggi ancora burocraticamente negata da troppe regioni”. Infine, “…La definizione della Corte europea, è legata al divieto di brevettabilità del prodotto della ricerca sulle staminali embrionali; il giudice italiano, invece, utilizza la definizione di embrione a suo uso e consumo ideologico, effettuando una forzatura giuridica e interpretativa inaudita”.

Il rischio dell’aborto illegale è dietro l’angolo. Le percentuali di obiettori, tra personale medico e non, sono più marcate al Sud rispetto alla media nazionale. Tra i ginecologi l’obiezione raggiunge l’85.2% in Basilicata, l’83.9 in Campania, l’82.8 in Molise e l’81.7 in Sicilia. Tra gli anestesisti, il 77.8% in Molise, il 77.1 in Campania ed il 75.7 in Sicilia. Tra il personale non medico arriva all’87% in Sicilia e all’82 in Molise. Addirittura esistono aziende ospedaliere prive dei reparti per l’interruzione della gravidanza, visto che risulta obiettrice la totalità del personale. E questo nonostante la legge preveda espressamente che l’ente ospedaliero si faccia comunque carico di provvedere alla richiesta della donna che intende abortire.

Sempre sul web, ovviamente, si possono trovare posizione nettamente differenti. L’importante …che non ritornino i c.d. “Dr. Dobermann” citati nella vecchia canzone di Francesco De Gregori.

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