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Riscaldamento degli edifici e inquinamento dell’aria

Olivo

Da ENEA 10 consigli per l’uso efficiente degli impianti, dieci accorgimenti pratici per un riscaldamento efficiente che coniughi confort abitativo e risparmio in bolletta. Si tratta di regole abbastanza note sulle quali è però sempre necessario mantenere attenzione. Un uso razionale ed efficiente degli impianti non consente solo di evitare bollette pesanti ai singoli consumatori, ma potrebbe contribuire in modo decisivo a contenere le emissioni in atmosfera.

Per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città sarebbero prioritari interventi per rendere più sostenibile il riscaldamento degli edifici con interventi di riqualificazione energetica e sostituzione degli impianti di riscaldamento meno efficienti, ma molto si può fare da subito tendendo presenti le 10 regole proposte da ENEA:

Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni:

Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sia focalizzata soprattutto sulle emissioni derivate dalla mobilità, gli impianti termici per il riscaldamento degli edifici hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di CO2 in ambito urbano che è fino a 6 volte superiore rispetto all’incidenza da traffico veicolare.

Tra i vari studi sul tema pubblicati, quello dello scorso febbraio 2017 del Politecnico di Milano per l’Osservatorio Autopromotec sulla qualità dell’aria urbana prende in esame cinque città italiane medie e grandi: Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia e conclude che in queste città campione il contributo del settore del riscaldamento degli edifici all’inquinamento atmosferico in termini di emissioni di CO2 è pari in media al 64,2% del totale delle emissioni stimate, contro il 10,2% che proviene dal settore della mobilità e dei trasporti. La restante quota di CO2 (25,6%) deriva dalle attività industriali.

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Firenze risulta essere la città con la quota più elevata di emissioni di CO2 derivanti dagli impianti di riscaldamento degli edifici, con una percentuale che si attesta al 75%, seguita da Milano (74%), Parma (63%), Perugia (62%) e Genova (47%).

Nel settore del trasporto su strada, è Perugia la città in cui il traffico veicolare ha la percentuale più alta di emissioni di CO2, (15%), mentre solo a Genova l’incidenza delle emissioni di CO2 da attività industriali raggiunge quella degli impianti termici (47%).

Salvo eccezioni, contrariamente alle percezioni dei cittadini, la quota di emissioni di CO2 da riscaldamento degli edifici è di entità significativamente maggiore rispetto ad ogni altra fonte.

Anche per quanto riguarda altri inquinanti, per esempio il PM10, come documentato dall’ultimo rapporto ISPRA, la maggior parte di PM10 primario è dovuta agli impianti di riscaldamento, anche se non vi è un rapporto diretto e lineare tra le entità delle emissioni e le concentrazioni degli stessi inquinanti nell’atmosfera per il peso di altri fattori di tipo geografico, ma principalmente di tipo meteorologico (ventosità, presenza di stabilità atmosferica, altezza media dello strato di dispersione degli inquinanti, piovosità, ecc.) che possono giocare un ruolo fondamentale nel determinare i livelli di concentrazione in atmosfera.

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