Petrolio_inquinamento
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Petrolio_inquinamentoAnche in un momento difficile di crisi e tagli, il consiglio regionale della Basilicata ha approvato, all’unanimità, l’articolo 19 della manovra di assestamento di bilancio che blocca “nuove” ricerche ed estrazioni di petrolio sul suo territorio.

Erano ben 17 fra richieste e procedimenti in corso alla Regione per nuove ricerche – sostiene De Filippo, presidente della Regione Basilicata – ma abbiamo posto un freno alla corsa a nuove concessioni petrolifere.

Nel dettaglio, il testo, approvato all’unanimità dal consiglio regionale, dispone che “non rilascerà l’intesa necessaria fra Stato e Regione per l’emissione di nuovi titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi”. La disposizione si applica anche ai procedimenti in corso per nuovi permessi. Tuttavia saranno fatte salve intese relative a titoli minerari in essere cioè in Val d’Agri e, più di recente, a Tempa Rossa.

Il ministro Passera ha sostenuto che bisogna avere coraggio e andare avanti, quindi il Governo potrebbe impugnare la legge regionale davanti alla Corte costituzionale perché contraria agli interessi nazionali.

Intanto, in Sicilia Greenpeace in prima fila ha iniziato una forte battaglia contro le trivellazioni nelle coste dell’isola.

Tra le principali compagnie pronte a trivellare le coste siciliane vi sono le italiane EDISON ed ENI, le uniche ad aver iniziato a estrarre petrolio. Oltre che proprietaria al quaranta per cento del campo petrolifero Vega, ENI opera altre due piattaforme al largo di Gela per un totale di trentatre pozzi attivi. Le due compagnie hanno inoltre avanzato ben quattro domande per cercare petrolio in mare, di cui due già approvate. Le nuove piattaforme nel Canale rappresentano una minaccia inaccettabile a fronte di un esiguo ritorno nelle casse del territorio.

Nel 2011, infatti, ENI ed EDISON hanno versato alla Sicilia meno di un milione e mezzo di euro di royalties per la produzione complessiva sia a terra che in mare di gas e petrolio. Il canone delle concessioni in mare, inoltre, è irrisorio e va solo allo Stato. Si stima infatti che le compagnie abbiano pagato poco più di 48 mila euro per una superficie estrattiva di quasi 700 chilometri quadrati.

Parecchie le adesioni anche video messaggi

Mentre le royalties per la Regione Basilicata variano in base ai volumi estratti e alle quotazioni internazionali del petrolio. Su base annua si aggirano tra i 60 e i 90 milioni.

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