di Fulvio Conti Guglia. Addio contanti a partire dal 1° luglio 2013? Dopo che i pagamenti per contanti sono stati ridotti alla soglia di 1000 euro, oltre la quale bisogna necessariamente sfruttare altre forme di pagamento quali bonifici, assegni o carte varie. Il prossimo obiettivo legislativo del Governo Monti è di ridurre ancora il limite per agevolare la tracciabilità dei pagamenti più piccoli. Lo scopo dichiarato è quello di combattere l’evasione fiscale. Così è allo studio la possibilità della tracciabilità totale degli acquisti, anche sopra i 50 euro, che dovranno essere fatti con moneta elettronica (Bancomat o Carta di Credito) o di “strumenti di pagamento con tecnologie mobili”.
La norma è prevista nell’ultima bozza del decreto sviluppo o c.d. Decreto per la crescita; al momento si tratta di un’ipotesi, scatterebbe dal 1° luglio 2013 e potrebbe essere modificata decisamente già prima di vedere la luce: aumento dell’importo, riduzione delle commissioni e slittamento almeno al 2014. Anche perché la data di luglio lascerebbe da gestire una patata bollente al governo futuro, appena insediato. Successivamente, secondo quanto è stato dichiarato, sarà estesa anche a pagamenti inferiori alla soglia di € 50,00.
Ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera: ”non abbiamo ancora deciso limite e tempistiche, ma certamente spingeremo per una diffusione sempre più ampia della moneta elettronica, perché poche cose contrastano così tanto evasione e illegalità”. La proposta è frutto dell’accordo tra ministero dello Sviluppo economico, ministero dell’Economia e Banca d’Italia, che insieme hanno stabilito che “i soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, per gli importi superiori a 50 euro sono tenuti ad accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito”.
Quindi, diventerà un obbligo per tutti piccoli commercianti e professionisti accettare retribuzioni con carte e bancomat oltre la soglia dei 50 euro. Al di là delle commissioni attualmente esose, alla richiesta di un cliente di pagare importi superiori a 50 euro con carte non si potrà più rispondere di no.
I plausi all’iniziativa arrivano immediatamente. L’idea è sempre quella di aumentare la tracciabilità delle transizioni per recuperare l’evasione fiscale, ma bisogna anche che il Governo detti regole precise per le banche in merito alle spese sostenute dai commercianti, professionisti ecc. per il servizio POS; il POS costa un fisso mensile ed è necessario collegarlo alla linea telefonica o Adsl. Oltre a questo, le banche generalmente chiedono lo 0,6% per le transizioni con carta bancomat e l’1,5% per le transizioni eseguite con carta di credito. Se le banche, anche per ordine del Governo, ridurranno le loro commissioni in vista del netto aumento che avranno i pagamenti di questo tipo, allora la scelta sarà sostenibile da tutte le parti.
Ritorna alla ribalta l’elementare (ma mai applicata) tesi che per sconfiggere l’evasione fiscale basterebbe mettere il cittadino che acquista un bene o un servizio, in conflitto di interessi con il commerciante, l’artigiano ed il professionista. Dare cioè la possibilità al cittadino di scaricare nella dichiarazione dei redditi una percentuale di quanto speso. Inoltre, l’incentivo all’utilizzo dei mezzi elettronici deve passare, necessariamente, dalla riduzione dei costi nell’uso del sistema elettronico. Negli Stati Uniti il costo delle transazioni a carico degli esercenti è enormemente più basso di quanto avviene in Italia.
Altri suggeriscono, di dare i POS con il collegamento gratuito o a carico dello Stato (sotto forma di incentivo ricambiato dalle garanzie fiscali che comporta – una sorta di sistema sperimentato per i videogiochi). Questo farebbe in modo che se una attività, lavora poco non è gravata di “altri” costi fissi, quindi obbligatori rappresentati dal canone del noleggio della macchinetta e della linea telefonica/dati.
Altri sostengono che con l’adozione di questo tipo di pagamento bisogna immediatamente e notevolmente abbassare le imposte, oltre ad eliminare la figura tradizionale dei commercialisti per la contabilità e le dichiarazione dei redditi, tanto sono le entrate tanto sono le uscite lo Stato si preleva direttamente dal conto corrente l’importo dovuto. Il bello di questo sistema è che colpirà grandi evasori ma anche piccoli evasori, che pur dichiarando un reddito sotto la soglia di povertà (approfittando dei benefit ed esenzioni) conducono uno stile di vita elevatissimo.
Ma ci sono anche voci contrarie a un simile provvedimento e non del tutto infondate. Alcuni accusano che l’attuale Governo è il governo dei banchieri e questo eventuale provvedimento favorisce solo le Banche. L’obbligo per i negozianti di accettare pagamenti elettronici dai 50 euro in su (e poi in giù), per le banche sarà boom di commissioni. Così com’è, per ogni operazione, gli istituti di credito incasseranno circa un euro, ma in altri casi anche molto di più. Un business miliardario, che farà impoverire ancora più consumatori e commercianti.
Poi si potrebbe aggiungere un problema di privacy, sapranno tutto di noi: ogni singolo spostamento, ogni nostra abitudine.
Poi c’è chi cerca il cavillo (siamo in Italia) per disattendere l’eventuale normativa, sostenendo che il titolo parli di obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamenti da 50 euro tramite bancomat, ecc…, non di obbligo del consumatore di pagare per via elettronica, importante sarà la ricevuta fiscale e dipenderà sempre da noi consumatori se vogliamo lasciare traccia per combattere evasione specialmente quella dei piccoli negozianti.
Infine, (lasciato per ultimo in quanto condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini), c’è chi ha sempre ritenuto giusto pagare le tasse e non pagare in nero, ma si chiede se ha davvero fatto la cosa giusta comportandosi onestamente (si veda ad es. il premio dello scudo fiscale ai ladri e la batosta delle tasse elevate agli onesti), oggi la voglia di pagare qualcosa in nero si fa sempre più forte e avvolte necessità, si preferisce pagare in nero con uno sconto che regalare i soldi ad uno Stato formato da politici e classe dirigente, corrotta, ladra, parassita… Nei fatti, e molto spesso, i soldi vengono solo incamerati per i loro mega stipendi, mega privilegi, mega vitalizi e la loro mega corruzione.
E’ d’uopo un’ultima riflessione: la circolazione di denaro cartaceo ha un costo enorme per una nazione, eliminarlo fa semplicemente parte del processo evolutivo di uno stato civile. Come quando dal baratto si passò alla moneta, sarà solo questione di tempo che si passerà dalla moneta materiale a quella elettronica, (la tecnologia oggi permette, in mobilità, attraverso un semplice telefono di effettuare pagamenti, prenotare biglietti e moltissime altre cose).
Pertanto, non sarebbe il male peggiore, se accostata alla disciplina per il pagamento (anche al di sotto) dei 50 euro con moneta elettronica ci fosse:
a) una disciplina sulla privacy adeguata al nuovo panorama;
b) la gratuità di tutte le operazioni bancarie compreso i conti correnti e gli accessori;
c) l’eliminazione delle dichiarazioni dei redditi (attraverso un calcolo banale dell’entrate/uscite in c.c.);
d) un controllo sullo stile di vita di tutti i cittadini e soprattutto su tutte le spese “anomale” delle società;
e) una legge seria contro la corruzione;
f) una legge seria sugli sprechi della Pubblica Amministrazione;
g) una riveduta drastica al ribasso degli stipendi di politici manager dirigenti pubblici.
2 commenti su “Obbligatoria la moneta elettronica per i pagamenti superiori a 50 euro?”
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se questo è il futuro dell’italia e del mondo è veramente finita. percepisco neanche 500 euro al mese di stipendio, mi ci vuole solo il conto in banca obbligatorio per comprare la pasta e quel tozzo di pane con cui vivo a impoverirmi ulteriormente. nemmeno più l’elemosina al semaforo si potrà fare, e anche se non la ho mai chiesta forse vedremo i morti di fame come me girare col pos. politici salva banche siete ….
Contante addio, dal 2014 si paga col telefonino. Italiani abituatevi a fare a meno della carta-moneta perché il futuro dei pagamenti è tutto affidato a strumenti elettronici, che siano essi carte di credito, bancomat o addirittura cellulari. Lo stabilisce il decreto sviluppo il cui obiettivo precipuo è rendere tutti i pagamenti tracciabili dal 2014.
La prima bozza del decreto, divulgata in anteprima, affida al ministero dell’Economia il compito di fissare la soglia oltre la quale sarà vietato il contante e di far partire la sperimentazione perché il telefono cellulare diventi una sorta di carta di pagamento. E non solo.
Al via anche altre innovazioni tecnologiche. come la carta d’identità elettronica, che si fonderà con la tessera sanitaria. Il 2014 è l’anno del passaggio di testimone, il nuovo documento unificato sarà gratuito e obbligatorio.
Poi ci sono le ricette e le cartelle cliniche digitali, valide dal 1 gennaio 2014 su tutto il territorio nazionale.
Svolta anche nei pagamenti elettronici della pubblica amministrazione: niente più contanti per qualunque importo. Per questo le amministrazioni dovranno indicare sui loro siti istituzionali i codici Iban e gli identificativi di pagamento. Oltre che dotarsi di sportelli in grado di accogliere pagamenti con carte di credito, debito e altri sturmenti di pagamento virtuale.
Infine il digitale sbarca anche a scuola: a partire dall’anno scolastico 2013-2014 saranno adottati esclusivamente libri elettronici e gli alunni, con la vigilanza di un tutor, saranno collegati in rete con modalità didattica dell’e-learning.