Di Stefano Nespor. Solitamente, i programmi dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti tendono ad essere molto simili in modo da raccogliere il più vasto numero di consensi possibile. Anche questa volta, su molti argomenti, questa regola è stata rispettata. Non su tutti, però. Una delle più marcate differenze nei programmi dei due candidati è costituita dalle diverse impostazioni sul futuro energetico del paese, al di là di alcuni punti in comune costituiti dal sostegno all’energia nucleare e ai biocombustibili come strumenti per garantire l’indipendenza energetica del paese.
Vediamo le principali differenze nei due programmi.
Per ciò che riguarda le energie rinnovabili, la piattaforma programmatica del partito democratico, resa pubblica qualche giorno fa, prevede di produrre l’80% dell’elettricità necessaria mediante fonti di energia pulita entro il 2035: un consistente passo avanti rispetto all’obiettivo del 25% entro il 2025 indicato nella piattaforma delle precedenti elezioni del 2008.
Il libro bianco sulla politica energetica di Romney, reso pubblico due settimane fa, non prevede nulla per le energie rinnovabili che, anzi, sono raramente menzionate
Inoltre, il partito democratico progetta di ridurre gli incentivi fiscali attualmente previsti per la produzione di combustibili fossili di circa 40 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni e di mantenere gli attuali incentivi per la produzione di energia rinnovabile che hanno favorito una consistente crescita della produzione di energia solare e eolica. Romney, al contrario, esclude qualsiasi riduzione degli incentivi per i produttori di combustibili fossili e intende ridurre gli incentivi per la produzione di energie rinnovabili.
In effetti, la politica energetica del partito repubblicano è basata su un forte impulso della produzione di petrolio e gas (nominati nel libro bianco rispettivamente 154 e 83 volte) intende consentire ricerche di nuovi giacimenti su tutti i territori federali con l’eccezione dei parchi nazionali.
Obama si pronuncia favorevolmente sullo sviluppo della produzione di gas e progetta di ampliare le possibilità di ricerca di nuovi giacimenti dando credito alle dichiarazioni delle industrie del settore che negli stati uniti ci sono riserve di gas per i prossimi cento anni.
Un’altra importante differenza nei due programmi è costituita dal diverso peso dato all’efficienza energetica. Obama insiste sulla necessità di adottare piani per ridurre lo spreco energetico e il consumo di petrolio attraverso un raddoppio dell’efficienza energetica entro il 2025. Romney non si sofferma sull’argomento.
Assai diversi sono I progetti dei due candidate anche in merito al cambiamento climatico.
Secondo Romney, non c’è un consenso scientifico in merito all’intensità del cambiamento climatico e ai rischi che esso determina. Non propone alcun programma per ridurre le emissioni di gas serra, affermando che qualsiasi intervento di regolazione del settore potrà essere preso in considerazione solo se anche la Cina adotterà progetti di riduzione delle emissioni. Nel suo discorso alla convenzione repubblicana, Romney ha anche preso in giro il programma del suo avversario: “il Presidente Obama promette di ridurre l’aumento degli oceani e di curare il pianeta. La mia promessa è di aiutare tutti voi e le vostre famiglie”.
Il programma del partito democratico invece considera il cambiamento climatico una minaccia “reale, urgente e grave” qualificandola una catastrofe nazionale che si sta progressivamente realizzando. Si impegna quindi a continuare gli sforzi per combattere il cambiamento climatico – senza tuttavia indicare in che cosa essi dovranno consistere – perché ridurre le emissioni negli stati Uniti è anche una condizione per mantenere una leadership mondiale nel settore ambientale.
Come si vede, i due programmi energetici disegnano un futuro assai diverso per gli Stati Uniti. Quello di Obama, tenendo anche conto dell’inevitabile esaurimento delle risorse petrolifere nazionali, si propone di garantire l’indipendenza energetica con un forte impegno sulla ricerca e lo sviluppo di energie alternative e, nello stesso tempo, sull’efficienza energetica. Romney, utilizzando anche dati sulle riserve di petrolio che nessuno degli esperti del settore condivide, prevede un futuro senza rilevanti problemi.