LA SMART CITY: UN NUOVO MODELLO DI CITTÀ SOSTENIBILE, VIVIBILE, CONNESSA E APERTA.
Avv. Giuseppe NICO – Avv. Alessandro RUSSO
SOMMARIO
Capitolo I – Smart city: la città del futuro.
Capitolo II – Smat city: una città più funzionale.
Capitolo III – Aspetti peculiari della smart city.
Capitolo IV- Conclusioni: Lo stato della smart city in Italia.
Capitolo I – Smart city: la città del futuro.
Di smart city o città del futuro o per altri città intelligenti è un termine ormai diventato di moda di cui si parla da un po’ di anni, ma spesso il termine a molti è ancora sconosciuto o viene utilizzato in modo improprio.
L’idea di città intelligente nasce intorno al 2010, nel momento in cui le principali aziende tecnologiche hanno cominciato a puntare su soluzioni urbane sempre più inclusive e multisettoriali, in grado di trasformare le città in termini di innovazione ed efficienza.
In pochi associano Smart City al concetto di città del futuro e spesso fanno riferimento soprattutto alle grandi realtà.
Infatti, la maggioranza dei cittadini crede che “essere” una smart city significa ridurre l’inquinamento (40% degli intervistati) e gli sprechi di energia (34%) mediante la gestione intelligente di rifiuti, acqua e la costruzione di edifici basati su criteri di efficienza energetica.
In verità, la città intelligente stenta ancora a decollare: grandi città a parte, sono ancora pochi i comuni che hanno colto i benefici dell’innovazione applicata al contesto urbano.
La definizione di smart city si è evoluta nel tempo con la rapida evoluzione delle tecnologie, dei processi di digitalizzazione e delle mutevoli esigenze delle città. Organizzazioni, istituzioni e centri di ricerca hanno dato varie definizioni del concetto di smart city, ognuno privilegiando una o più prospettive.
Con Smart City si fa riferimento al monitoraggio e alla gestione degli elementi di una città come trasporti pubblici e mobilità; gestione e distribuzione dell’energia; illuminazione pubblica; sicurezza urbana; gestione e monitoraggio ambientale; gestione dei rifiuti; manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici come scuole, ospedali, musei ecc.; sistemi di comunicazione e informazione e altri servizi di pubblica utilità.
Il concetto di Smart City va quindi oltre le innovazioni tecnologiche, fa riferimento sì a una città intelligente, ma soprattutto a una città sostenibile, efficiente e innovativa, una città in grado di garantire un’elevata qualità di vita ai suoi cittadini grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici connessi e integrati tra loro.
Passare da “città tradizionale” a “città smart” cela molte opportunità. Giusto per citare quattro elementi chiave, Smart City significa:
1. ridurre i consumi energetici;
2. ottimizzare la raccolta dei rifiuti;
3. migliorare il trasporto pubblico;
4. ridurre il degrado urbano.
Questi e altri benefici aiutano a far fronte alla crescita della popolazione urbana e a ridurre l’impatto delle città sull’ambiente e sull’inquinamento. A testimonianza dell’importanza di questo tema, stanno crescendo i finanziamenti pubblici a favore di iniziative in tal senso, così come gli eventi nazionali e internazionali sul tema.
Il nostro pianeta, infatti, sta diventando sempre più urbanizzato. Dal 2007 più della metà della popolazione mondiale vive in città. Entro il 2030 tale quota raggiungerà quasi i 2/3. La conseguenza di questa urbanizzazione spinta è che nelle aree metropolitane è concentrata la maggior parte della ricchezza (circa il 60% del PIL globale), ma anche dei problemi. Tra questi, il peggioramento dell’inquinamento atmosferico (circa il 70% delle emissioni globali di carbonio proviene dalle città), la caotica espansione urbana (come ad esempio lo sviluppo di baraccopoli in certe aree del mondo), infrastrutture e servizi inadeguati e sovraccarichi, un forte consumo di risorse energetiche (oltre il 60% delle risorse mondiali è assorbito dai centri urbani). A queste criticità, si è aggiunta di recente la pandemia di COVID-19, più devastante nelle aree povere e densamente popolate, dove il sovraffollamento rende impossibile rispettare le misure di prevenzione sanitaria come il distanziamento sociale e l’isolamento.
Le diseguaglianze sociali e gli elevati livelli di consumo energetico e di inquinamento urbano sono alcune delle sfide più urgenti per le metropoli del nostro pianeta. Oggi, queste realtà sono anche le più vulnerabili ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali, a causa dell’alta concentrazione di persone, della scarsa manutenzione delle infrastrutture e a volte della loro posizione geografica. I problemi “urbani” colpiscono più o meno ogni cittadino. La diseguaglianza può portare infatti a disordini e insicurezza, l’inquinamento danneggia la salute di tutti, le catastrofi naturali sconvolgono lo stile di vita delle comunità. Costruire una forma di “resilienza urbana” è dunque fondamentale per evitare perdite umane, sociali ed economiche.
Pertanto l’obiettivo principale di una città smart è migliorare la vita dei cittadini e di chi si trova a frequentare o spostarsi in quella città. Varie ricerche hanno dimostrato che un luogo di questo tipo è in grado di offrire una serie di benefici: l’aumento dei livelli di salute di chi vi risiede, una riduzione dell’inquinamento, maggiori possibilità di lavoro e anche un ritorno in termini di fatturato.
Ma alcune indagini hanno sollevato anche alcuni aspetti negativi. Infatti un’indagine condotta sui cittadini italiani e realizzata dall’istituto Piepoli per ESTRA ha evidenziato opinioni, prospettive e timori connessi alla diffusione delle smart city.
Esistono diverse persone che hanno individuato subito dei punti negativi, come la diminuzione della privacy, poiché, se si è continuamente connessi, si è anche più controllati.
Inoltre, un altro aspetto da tenere presente è quello dell’educazione alle nuove tecnologie, che dovrebbe essere un insegnamento continuo e paritario, per evitare di lasciare indietro interi gruppi di persone, tra cui gli anziani.
La situazione delle Smart City in Italia
Negli ultimi dieci anni, la società FPA ha stilato un elenco annuale delle città smart in Italia in occasione dell’evento Forum PA Città. L’ultimo ranking, presentato il 23 novembre 2021, ha rivelato un’accelerazione digitale notevole, seppur disomogenea, sul territorio nazionale. Sempre più evidente appare infatti il divario fra Nord e Sud, con differenze più sfumate tra le metropoli. Unica eccezione: la Puglia, con ben due città (Bari e Lecce) nella top 20, e con un comune nella provincia barese, Monopoli. Tuttavia, quest’anno ha sorpreso particolarmente il posizionamento di Milano, smart city italiana per eccellenza, che è stata superata da altri due capoluoghi. Ma vediamo insieme quali sono le smart city in Italia quest’anno.
Secondo l’ICity Rank, Firenze si è rivelato il capoluogo italiano più digitale, sorpassando Milano che aveva detenuto il primato per sei anni di fila e che si è dovuto accontentare della terza posizione, preceduta sul podio anche da Bologna. Seguono poi Roma, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia. Gli indicatori utilizzati per stilare questa classifica sono stati l’accessibilità delle app municipali e dei servizi pubblici online, la trasparenza e l’utilizzo di open data e social media e l’implementazione di tecnologie di rete e di wi-fi pubblico.
CAPITOLO II Smart City: una città più funzionale.
Una città più intelligente è certamente una città che, nell’ottica di nuovi modelli di riqualificazione urbana vertenti su una maggiore sostenibilità e su una maggiore sicurezza, pone le persone al centro di un nuovo percorso di evoluzione e trasformazione del contesto urbano nel quale attualmente si vive. Una città in grado di garantire ai propri cittadini una più elevata qualità di vita attraverso sistemi tecnologici connessi ed integrati tra loro comporta, da parte degli enti pubblici, un mirato impegno al raggiungimento di precisi obiettivi di sostenibilità, ottimizzazione, efficienza, sicurezza e digitalizzazione. Prima di analizzare più nel dettaglio gli aspetti peculiari della smart city, appare indispensabile non perdere di vista gli elementi che fanno da comune denominatore alla fase di attuazione della città del futuro, ossia l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione, il benessere la salute e la sicurezza dei cittadini.
L’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale deve virare verso quella cosiddetta “economia circolare” in cui la produttività economica dovrà essere contrassegnata da una maggiore ottimizzazione delle risorse, dall’eliminazione degli sprechi e dalla riduzione dei costi, allo stesso tempo garantendo una migliore qualità dell’aria e della salute urbana, riducendo sia le emissioni inquinanti e gli sprechi idrici, sia aumentando il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini al riciclo e al riuso. La città intelligente è la città che si prefigge di tagliare i consumi energetici attraverso all’efficientamento degli edifici esistenti e attraverso la creazione di smart e green building. A tal riguardo si va profilando la realizzazione di eco distretti a energia positiva (cd. PED Positive Energy District), intesi come quartieri urbani autosufficienti dal punto di vista energetico e a emissioni zero, in grado di produrre energia grazie all’uso di fonti di energia rinnovabile. Qualche esempio di eco distretto europeo è rappresentato dalla città di Stoccolma, dove la produzione di energia proviene da un mix di rinnovabili e biogas derivato dal trattamento dei rifiuti. Il fabbisogno energetico medio degli edifici è di 72 kWh/m2a e circa il 47% di tale fabbisogno deriva dai rifiuti domestici, comportando bassi consumi di energia e una riduzione delle emissioni di CO2 del 65%. Altro esempio virtuso è rappresentato dalla città di Parigi, dove è stato realizzato un sistema innovativo per la gestione dei rifiuti che, tramite tubi sotterranei, vengono direttamente spediti ai centri di recupero e riciclaggio evitando la raccolta da parte dei camion ed il relativo trasporto con risultati rilevanti: -98% di emissioni ci CO2 in atmosfera.
La smart city, inoltre, mira ad implementare la mobilità sostenibile, la mobilita “dolce”, ossia quella elettrica, meno inquinante e allo stesso tempo più veloce, appunto “smart”, non solo attraverso l’utilizzo di mezzi non inquinanti, tipo autobus elettrici, ma anche attraverso sistemi di monitoraggio del traffico con lo smart parking e il car sharing, nonché per mezzo della “Logistica dell’ultimo miglio” che rappresenta una modalità innovativa per la consegna della merce all’interno della città (o nei tratti di ZTL), liberata dal traffico e dalle emissioni inquinanti a favore dell’utilizzo di veicoli elettrici.
Oltre che sostenibili, le smart city dovranno essere digitali, connesse e sicure, nel senso che la tecnologia dovrà essere messa al servizio della sicurezza e del controllo degli spazi urbani, salvaguardando quindi l’incolumità dei cittadini. La presenza di control room in grado di elaborare quantità di dati enormi e informazioni in modo centralizzato e in tempo reale, sfruttando un sistema di telecamere di videosorveglianza, sensori posizionati nelle varie zone della città, è strumento essenziale per avere una visione completa sulla situazione della città, anche per monitorare il traffico sulle aree e sulle strade più congestionate, ottimizzare il trasporto pubblico e la mobilità ed evitare assembramenti. Le telecamere sensore altresì installate nei sistemi di sorveglianza urbana potranno essere utili al monitoraggio dell’ambiente, all’analisi della qualità dell’aria, della temperatura, e alla registrazione di ogni altro dato che può rivelarsi utile per segnalare una situazione di potenziale emergenza come un incendio o un terremoto.
CAPITOLO III
Aspetti peculiari della smart city
SMART ECONOMY
Una volta identificati gli aspetti essenziali della città smart in ragione del fatto che l’obiettivo generale di ogni intervento è proprio quello di aumentare il benessere dei cittadini e dei residenti, passiamo adesso ad esaminare i cd “assi fondamentali” attraverso cui, per mezzo di una stretta interconnessione, si esplicano i processi di maturazione della città “intelligente”. Si può considerare smart una città competitiva attraverso una economia altamente evoluta, che permette di creare sinergia tra impresa privata e singolo cittadino, creando le condizioni per soddisfare i bisogni di una comunità e divenendo centro di attrazione. Un’economia intelligente è un’economia composta da persone animate da un elevato spirito innovativo, che pensano e lavorano in maniera intelligente, generando nuove idee e cercando di ottenere di più con minor sforzo nel panorama economico. Questo è ciò che gli economisti chiamano economia ad alta produttività. Per smart economy si intende l’insieme delle attività imprenditoriali che sfruttano i vantaggi derivanti dalle opportunità offerte dalle tecnologie (ICT) per lo svolgimento e sviluppo della propria attività, per la promozione e per il commercio di beni e servizi (il cosiddetto “e-business”). A questo tipo di attività è legato spesso un aumento della produttività, un innalzamento della qualità e della flessibilità dei servizi forniti, così come la nascita di nuovi prodotti, di nuovi servizi e di nuovi modelli di imprenditorialità. La smart economy comporta anche un’interconnessione locale e globale fra le imprese, che assumono grazie all’utilizzo delle ICT, una dimensione internazionale che garantisce flussi di beni, servizi e conoscenze.
SMART GOVERNANCE
Una smart city deve essere un luogo di governance orientata ai cittadini e ai loro bisogni. E’ necessario adottare modelli di governo improntati a dare centralità ai beni relazionali e a i beni comuni attraverso la partecipazione civica e in cui tutti (cittadini, pubblici e privati, banche, università ecc.) abbiano la possibilità di esprimere la propria idea di crescita, partecipare al processo decisionale ed alle politiche di programmazione, favorendo cosi uno sviluppo ragionato e democratico e, in una fase secondaria, definire insieme un nuovo modello di sostenibilità (che sia basato sull’innovazione tecnologica tanto quanto lo sia sull’innovazione sociale e sulla diffusione di buone pratiche). La smart governance si basa sulla partecipazione pubblica e su investimenti sia pubblici che privati, mentre la gestione del potere pubblico è assegnata a più soggetti in modo tale che le decisioni politiche che determinano la vita pubblica di una comunità vengono prese non più soltanto dal governo centrale, il quale le trasferisce alla vita delle comunità sotto forma di decisioni sullo sviluppo di un determinato territorio, ma queste decisioni sono il frutto di un processo decisionale partecipato, concertato, trasparente ed inclusivo. Importante in questo asse è l’utilizzo della tecnologia attraverso strumenti tecnologici in grado di rendere più semplice la comunicazione con i cittadini. La governance deve avere in fine l’importante caratteristica di essere fine e al tempo stesso mezzo per includere altre caratteristiche fondamentali che formano una smart city.
SMART ENVIRONMENT
L’asse della smart environment si rivolge a tutti quegli aspetti legati alla sostenibilità ambientale e a tutte quelle azioni tese a ridurre le emissioni di sostanze inquinanti e gas serra, attraverso una maggiore efficienza energetica degli edifici, un contenimento dei consumi di energia, un aumento dell’utilizzi di energie rinnovabili, una riduzione degli sprechi, una gestione intelligente dei rifiuti e delle aree verdi. Uno smart environment è sostanzialmente identificabile con un ambiente e/o un territorio in cui l’unione di diverse infrastrutture e strumenti di monitoraggio già esistenti o in divenire collaborano per permettere a utenti diversi l’accesso ad una serie di informazioni che riguardano l’ambiente e le sue criticità. Sul versante tecnologico, l’elemento distintivo è rappresentato da una forte spinta evolutiva provocata dalla diffusione di molteplici soluzioni tecnologiche dedicate al monitoraggio, attraverso una serie di strumenti e sensori ben distribuiti sul territorio in grado di osservare e misurare diversi parametri e comprendere meglio alcune dinamiche che si sviluppano nell’ambiente che ci circonda.
SMART PEOPLE
Il concetto di smart people, strettamente connesso con quello di smart, punta a valorizzare il capitale umano e relazionale nello sviluppo urbano. Attraverso la partecipazione, il coinvolgimento, il dialogo, la condivisione e l’interazione tra cittadini e amministrazione, la città intelligente non diventa altro che il risultato di un processo partecipativo dei cittadini alle politiche pubbliche tramite le proprie competenze, le capacità relazionali e gli atteggiamenti inclusivi (in termini di creatività, istruzione, la realizzazione professionale, l’apertura mentale). In quest’ottica, la smart city è la città in cui si garantisce ai propri cittadini e i residenti una diretta inclusione nel processo partecipativo della pianificazione urbanistica e territoriale; il cittadino è il soggetto principale in grado di trasformare un’idea, una tecnologia, in un disegno su misura per una Smart City, in ragione delle competenze tecnologiche di cui si è in possesso e della capacità di lavorare attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche. La smart city diventa quindi una città in cui le decisioni prese dalle istituzioni governative sono aperte a processi democratici di partecipazione, sostenendo la co-progettazione, collaborando alla creazione di servizi ed all’innovazione tecnica e sociale attraverso una relazione diretta e paritaria tra cittadini e istituzioni, basata sulla fiducia reciproca.
SMART MOBILITY
La mobilità assume una rilevanza particolare quando viene gestita sul principio della smart mobility, cioè mobilità intelligente, cercando di contemperare un’elevata sostenibilità ambientale e un elevato rendimento del servizio pubblico di trasporto, con l’obiettivo di gestire in maniera efficiente gli spostamenti quotidiani dei cittadini e gli scambi commerciali con le aree limitrofe attraverso spostamenti agevoli, più snelli e veloci, adottando soluzioni di avanzate di mobility management. Attraverso investimenti strutturali e iniziative low cost che agiscono sull’innovazione sociale e sulla sensibilizzazione dei cittadini, la smart mobility è un modo nuovo di concepire e organizzare la mobilità, in grado di soddisfare le mutanti esigenze di trasporto di persone e merci in maniera efficace, efficiente, sicura e sostenibile, ottimizzando l’uso e lo sviluppo delle risorse economiche, umane ed ambientali, liberando tempo ed aumentando la qualità della vita. Prende sempre più corpo la mobilità graduale, una pratica divisa in due componenti: macro e micro mobilità. La prima, principalmente nei grandi agglomerati urbani, che copre anche grandi tratte, cede il passo poi alla seconda che è invece una rete di trasporti integrata, individuale, prevalentemente urbana, che vede la partecipazione dei cittadini e di mezzi piccoli, solitamente due posti, a bassi consumi ed emissioni. Adottare un nuovo modello di mobilità che faccia leva su una più matura coscienza ecologica degli individui oltre che su sistemi di trasporto più efficaci e sostenibili, è un imperativo irrinunciabile per una città che voglia fregiarsi dell’appellativo “intelligente”.
SMART LIVING
Troviamo infine il concetto di smart living che si riferisce alla qualità della vita e, allo stesso tempo, allo stile di vita dei cittadini. Una città intelligente è infatti una città in cui i cittadini sono disposti a vivere, perché in essa si vive bene, grazie all’erogazione di servizi più efficienti e innovativi in grado di garantire un elevato livello della qualità della vita. Con smart living si intendono stili di vita basati sull’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), legate ai comportamenti del cittadino ed al consumo di energia ad essi connesso. Lo smart living è anche un modo sano e sicuro di vivere in una città vivace, con diverse strutture culturali e che incorpora abitazioni, edifici ed alloggi di buona qualità. Ma il concetto di smart living è anche correlato ad alti livelli di coesione sociale, di accesso all’istruzione, ai servizi sanitari innovativi e più agili, all’efficienza economica e allo sviluppo del capitale sociale. Una città intelligente è quindi un luogo che sa comunicare con i cittadini attraverso le tecniche più innovative e la tecnologia applicata. Così come nel settore della mobilità, della vita domestica e dell’ambiente urbano, anche nel settore turistico e quello della sicurezza, entrano con forza le componenti smart per migliorare la valorizzazione paesaggistica ed ambientale di un territorio e dare vita ad una fruizione più sostenibile, così come viene rafforzata la sicurezza del cittadino. Al centro di questo processo vi sono le tecnologie che assistono il cittadino stesso all’interno della città. La parola d’ordine diventa multimedialità, per realizzare una rete digitale di orientamento e approfondimento, un network di contenuti multimediali georeferenziati che permettano una migliore conoscenza del territorio e delle sue peculiarità. Una città smart fonda infatti la propria crescita sul rispetto della sua storia e della sua identità: grazie all’utilizzo della tecnologia, è possibile promuovere la propria immagine turistica sul web, virtualizzando il patrimonio della città. Per valorizzare la storia, la cultura, l’arte e le tradizioni occorre riorganizzare risorse e strumenti a disposizione della città e creare allo stesso tempo nuovi servizi locali condivisi, attraverso una rete di telecomunicazione e comunicazione elettronica più efficace. I contenuti della smart city diventano virtuali per dare l’opportunità a tutti di usufruirne.
CONCLUSIONI: LO STATO DELLA SMART CITY IN ITALIA
Uno dei dati di maggior rilievo che sono stati riscontrati dagli esperti dell’Osservatorio riguarda l’incremento costante, anno dopo anno, delle iniziative Smart City nell’intero territorio nazionale. I progetti di città intelligenti sono via via evoluti nel corso degli anni, con l’affermazione di nuovi orientamenti di interesse. Un orientamento è ad esempio riscontrabile nell’impegno verso l’erogazione di servizi a valore aggiunto per i cittadini.
Un Comune italiano su tre (pari al 28% del totale) ha avviato un progetto in ambito smart city nell’ultimo anno. Iniziative in questo senso, in vari ambiti applicativi (dal monitoraggio ambientale all’illuminazione pubblica, dalla videosorveglianza urbana alla gestione intelligente di parcheggi e servizi fino alla mobilità) hanno poi caratterizzato il 50% dei Comuni con più di 150mila abitanti.
Tra gli ambiti applicativi più interessanti, si confermano le soluzioni per la sicurezza e il controllo del territorio (il 58% dei progetti), la smart mobility e mobilità sostenibile (57%) e l’illuminazione pubblica (56%), uno degli aspetti chiavi per poter abilitare la rete verso nuovi servizi a valore aggiunto.
Secondo la recente classifica ICity Rank 2020, stilata da FPA, la città italiana più “intelligente” dello scorso anno è stata Firenze, che ha superato Bologna e Milano, quest’ultima al primo posto nelle ultime sei edizioni di questa graduatoria.
Firenze Smart City, la città resiliente
Lo scopo del progetto Smart City che ha coinvolto Firenze sta nel creare una società solidale e sostenibile, in grado di migliorarsi anche di fronte alle problematiche più complesse grazie a spinte innovative e a un insieme di realtà sociali.
La resilienza dimostra la capacità di adattarsi al cambiamento ed è in quest’ottica che a Firenze è stato lanciato il progetto Smart City per creare un metodo capace di concentrare le energie al fine di raggiungere gli obiettivi sopra citati.
Firenze si differenzia dalle altre città perché nel termine “Smart City” è stato introdotto, appunto, il concetto di adattamento, e da lì nasce la resilienza del capoluogo toscano. Una città in grado di modificare le proprie strutture sociali e fisiche, assicurando per esempio il miglior stile qualitativo della vita a fronte di emergenze anche gravi, come i cambiamenti climatici, è una città in grado di adattarsi e, pertanto, intelligente.
Firenze ha dunque “vinto il campionato” delle città più smart con un punteggio di 872 nell’indice di trasformazione digitale. L’ottimo risultato è dovuto al primato che la città toscana ha ottenuto negli indici settoriali riguardanti le app municipali, gli open data, la trasparenza e il wi-fi pubblico.
Al secondo posto c’è Bologna, con 866 punti, con valutazioni alte su app municipali (prima a pari merito con Firenze), piattaforme abilitanti e social media. Milano, terza con 855 punti, mette sul piatto indici elevati per le piattaforme digitali, gli open data e la trasparenza, ma può vantare anche una buona disponibilità di wi-fi pubblico. Bene Roma per i servizi pubblici online, piattaforme abilitanti e app.
La Top 10 include città con un livello di digitalizzazione classificato come “molto avanzato”. Subito dopo, vengono altre 15 realtà, che si sono distinte per avere raggiunto un livello “avanzato”: sono Parma, Reggio Emilia, Palermo, Pavia, Brescia, Genova, Lecce, Cremona, Prato, Bari, Pisa, Verona, Vicenza, Bolzano e Forlì.
Nel ranking ICity ci sono poi 23 città con un livello ritenuto “discreto”: Rimini, Mantova, Livorno, Monza, Piacenza, Siena, Ravenna, Treviso, Udine, Perugia, La Spezia, Napoli, Ferrara, Novara, Pordenone, Padova, Trieste, Lodi, Arezzo, Pesaro, Ancona, Verbania e Lecco.
Le peggiori? Taranto, Avellino, Caserta, Carbonia, Nuoro, Enna, Chieti e, ultima in classifica, Agrigento.
Non mancano tuttavia degli ostacoli da oltrepassare su cui le Municipalità dovranno lavorare per l’attuazione delle varie iniziative Smart City: dalla complessità burocratica fino alla mancanza di competenze e di risorse economiche.
Certo, i fondi del Pnrr stanno dando una spinta ai progetti in tema di transizione ecologica e digitalizzazione delle PA. Secondo lo studio, ben il 69% degli enti locali si dice pronta a ricorrere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che prevede oltre 10 miliardi di finanziamenti dedicati alla PA all’interno delle diverse missioni.
Gli investimenti riguarderebbero soprattutto interventi di digitalizzazione e innovazione (76% dei casi), infrastrutture sostenibili (61%) e transizione ecologica (56%). Come sottolineato da Luca Gastaldi, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart City nel corso della presentazione del rapporto, “questi fondi sono distribuiti su diverse Missioni del Piano, perché gli interventi inerenti alle città intelligenti coprono molte delle dimensioni trattate. Nei prossimi anni saranno disponibili molte risorse, ma i comuni dovranno essere in grado di sopperire alla carenza di competenze e di personale amministrativo e tecnico, che deve seguire i progetti dall’inizio alla fine. Un fattore che potrebbe incidere negativamente sui tempi di esecuzione e sul raggiungimento degli obiettivi fissati”.
Guardando meglio al Pnrr, sappiamo che la Missione 1 ha una forte focalizzazione sul tema della digitalizzazione della PA, mentre la Missione 2, legata alla transizione ecologica, tocca gli enti locali sotto vari punti di vista: dalla mobilità ciclistica al trasporto pubblico locale, dall’efficientamento energetico degli edifici pubblici alle reti di teleriscaldamento. La Missione 5 prevede lo sviluppo di piani urbani integrati attraverso progetti di rigenerazione urbana per trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili.
Pertanto, grazie ai fondi destinati dal PNRR, la percentuale di iniziative smart city è destinata a crescere nel prossimo triennio, dato che almeno il 33% dei Comuni dichiara di voler investire nelle città intelligenti entro il 2024.