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Made in Italy agroalimentare, P.A. semplificazione sui controlli e spending review, riforma della governance dell’Inail e dell’Inps…

Enrico Letta Presidente del Consiglio

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge contenente disposizioni in materia di incompatibilità presso enti pubblici nazionali, in particolare per presidenti e amministratori.
Il disegno di legge, sarà trasmesso al Parlamento con procedura d’urgenza, è volto a colmare una lacuna normativa disciplinando il regime di incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo in particolare un regime di esclusività volto a prevenire situazioni di conflitto di interesse negli enti di notevole rilevanza.
Si prevede che in relazione all’importanza degli enti e alla loro sfera di attività, il presidente e gli amministratori degli enti pubblici nazionali non potranno rivestire la carica di amministratori o componenti degli organi di controllo e revisione in enti e società né esercitare attività imprenditoriali o commerciali o intrattenere rapporti di lavoro.
Allo stesso modo è previsto che il presidente e gli amministratori degli enti pubblici nazionali non possano esercitare attività professionale o di consulenza, in materie connesse con l’ambito di competenza dell’Ente di appartenenza.
Il governo ha deciso di accelerare i tempi della riforma della governance dell’Inail e dell’Inps soprattutto dopo la fusione avvenuta con Inpdap. Per questo il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, accelererà il confronto con le parti sociali e con le forze politiche in modo da assicurare la presentazione al Parlamento del disegno di legge di riforma in tempi brevi.

 

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e Ministro dell’Agricoltura ha approvato un disegno di legge con nuove disposizioni per il sostegno al Made in Italy, la semplificazione, la competitività e la riorganizzazione del settore, collegato alla legge di stabilità 2014.

Sostegno al Made in Italy

Tra le principali novità introdotte c’è la creazione di un marchio per il Made in Italy agroalimentare, che contribuirà a rendere più semplice per i consumatori di tutto il mondo il riconoscimento dei prodotti autenticamente italiani. Il marchio sarà privato, facoltativo e in linea con la normativa europea e potrà dare un decisivo contributo alla lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, che producono un danno all’export italiano di circa 60 miliardi di euro. Con lo stesso provvedimento si istituisce un credito di imposta per le aziende che investano in infrastrutture logistiche e distributive all’estero per i prodotti italiani. L’obiettivo è colmare uno dei principali gap che frena le esportazioni del Made in Italy, ovvero l’assenza di forti piattaforme distributive italiane fuori dai confini nazionali.

Semplificazione

Sul fronte della semplificazione si interviene sui controlli, attraverso un rafforzamento del coordinamento delle attività degli organi di vigilanza, il divieto della duplicazione degli accertamenti e l’interscambio di dati informatici sotto il coordinamento delle prefetture. Con queste misure si garantisce l’efficacia del controllo, aumentando il numero di aziende che verranno controllate, evitando sovrapposizioni e andando incontro alle esigenze produttive delle imprese. Grazie alle norme del collegato sarà possibile aprire un’attività agricola in tempi più rapidi, considerato che il termine per il silenzio assenso per i procedimenti amministrativi è stato tagliato di due terzi, passando da 180 a 60 giorni, con una piccola rivoluzione per le start-up agricole. Sono previste anche ulteriori diposizioni di abbattimento del carico burocratico per specifiche esigenze delle aziende agricole e per il settore biologico.

Competitività

Al fine di aumentare la competitività del comparto agroalimentare italiano nel suo complesso sono fissati interventi di sostegno su vari fronti. Per il ricambio generazionale e l’imprenditoria giovanile si completa l’intervento iniziato con il decreto “Destinazione Italia” di dicembre 2013. L’obiettivo è sostenere le piccole e micro imprese condotte da under 40 attraverso mutui agevolati che consentano investimenti nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, alleviando i problemi di accesso al credito. Sono previsti finanziamenti per l’innovazione tecnologica nel settore primario, sostegno all’agricoltura sociale e ai prodotti a filiera corta, oltre all’allineamento dell’ordinamento nazionale agli orientamenti comunitari in materia di gestione del rischio in agricoltura e di regolazione dei mercati. In particolare per il sostegno al reddito degli agricoltori, si dovranno recepire gli strumenti previsti dalla Politica agricola comune 2014-2020 quali i fondi di mutualizzazione e lo strumento per la stabilizzazione dei redditi. Si introducono infine nuove disposizioni per i prodotti trasformati derivati dal pomodoro e per il riso, con l’obiettivo principale di garantire la qualità dei prodotti in commercio a tutela del consumatore e della leale concorrenza.

Riorganizzazione

In linea con gli obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica e di spending review, si prevede una delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il riordino risponderà a criteri di efficienza, di valorizzazione delle professionalità e prevede la destinazione del 50% dei risparmi di spesa generati per il finanziamento di politiche a favore del settore agroalimentare. In particolare si prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), anche attraverso possibilità di concentrare delle attività sul Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; la razionalizzazione del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA), che assorbirà anche le funzioni dell’Istituto nazionale di economia agraria (INEA) che viene soppresso; il potenziamento dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, ISMEA, al quale vengono demandate le funzioni di ISA s.p.a, che viene soppressa. Con l’obiettivo ulteriore di razionalizzare la normativa in materia agroalimentare e pesca, il collegato contiene una disposizione che delega il Governo ad adottare decreti per aggiornare la normativa, abrogando quella obsoleta, organizzando le disposizioni per settori omogenei o per materie, coordinando le norme e risolvendo eventuali incongruenze e antinomie.

Il Consiglio ha approvato, su proposta del Ministro degli Affari esteri tre disegni di legge per la ratifica dei seguenti Atti internazionali:

Su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Consiglio ha poi approvato un disegno di legge che disciplina un regime fiscale speciale in relazione ai rapporti tra il territorio in cui si applica la legislazione fiscale amministrata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e il territorio in cui si applica la legislazione fiscale amministrata dall’Agenzia fiscale, Ministero delle finanze, di Taipei (Taiwan) e disciplina gli aspetti fiscali inerenti alle relazioni economiche poste in essere tra i residenti dei due territori. Il disegno di legge ricalca, nella sostanza, gli schemi più recenti accolti sul piano internazionale dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), discostandosene solo per taluni aspetti, dovuti a particolarità dei sistemi fiscali dei due territori, in particolare la tassazione delle persone fisiche applicata sul territorio di Taiwan sulla base del principio di territorialità, nonché la mancanza di riconoscimento di Taiwan quale entità politica autonoma.

Il Consiglio ha approvato, su proposta dei Ministri dell’Economia e delle Finanze per le Riforme costituzionali per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione e per gli Affari regionali e le Autonomie locali uno schema di decreto legislativo correttivo e integrativo del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, concernente Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42. Il decreto costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali  mai realizzata in Italia,  diretta a garantire la qualità e l’efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l’incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali). Il provvedimento in coerenza con le disposizioni previste dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, recentemente entrata in vigore e che impone una omogeneità in materia di bilanci pubblici, pertanto promuove:

Lo schema di decreto legislativo verrà trasmesso alla Conferenza unificata e successivamente alle Commissioni parlamentari (di merito e per il federalismo fiscale) per i pareri prescritti.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, uno schema di decreto del Presidente della Repubblica nel quale vengono individuate le procedure per l’attivazione dei poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale.
I poteri speciali sono esercitati in caso di minaccia di grave pregiudizio per gli interessi nazionali e consistono in interventi autoritativi di varia natura nei confronti di imprese che svolgono attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale.
Con il nuovo regolamento sono rafforzati i poteri di coordinamento della Presidenza del Consiglio. In particolare, è previsto che, con successivo decreto presidenziale, si provvederà a:

Inoltre, il decreto del Presidente della Repubblica introduce disposizioni per:

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente del Consiglio e dei ministri per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione e degli Affari Regionali e Autonomie un regolamento che modifica il DPR 187 del 1998, per ridefinire le procedure e i limiti dei contributi da rimborsare ai comuni che hanno sostenuto spese per il funzionamento degli uffici giudiziari. Viene definito il criterio del costo standard, che sarà definito con separato decreto per ciascun ufficio giudiziario, al fine di evitare differenze di costi tra comuni per gli stessi servizi, nell’ottica della razionalizzazione delle risorse e in linea con l’azione di spending review messa in campo dal governo.
Con questo intervento si intende rendere la spesa più facilmente controllabile da parte dell’amministrazione della giustizia, incentivando allo stesso tempo prassi virtuose di corretta gestione dei flussi finanziari, mediante un adeguato controllo delle spese rimborsabili.

In conformità ed in attuazione di quanto disposto dal decreto legge in materia di revisione della spesa pubblica (n.95 del 2012) ed in particolare con la previsione che i Ministeri attuino una riduzione consistente degli uffici dirigenziali e delle dotazioni organiche del personale dirigente e non, il Consiglio dei ministri ha approvato due primi regolamenti per la riorganizzazione dei Ministeri dell’Istruzione, università e ricerca e della Salute
Ciascun Ministero ha operato una scelta improntata alla razionalizzazione e alla diminuzione della spesa, compiendo autonome scelte organizzative coerenti e compatibili con le esigenze delle proprie funzioni ma con il comune obiettivo di spending review dettato dal decreto legge.

Regolamento di organizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

A seguito della riduzione del 20%, la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali generali viene ridotta da 34 a 27 posti, con una contrazione di n. 7 posti di dirigente di I fascia. La riduzione dei n. 7 uffici dirigenziali generali si realizza attraverso due diverse azioni:

Per quanto riguarda gli uffici dirigenziali di livello non generale, la  riduzione della dotazione organica è stata superiore al 20%, a causa di compensazioni orizzontali (operate dal Funzione Pubblica) e verticali (con enti di ricerca), adottate sulla base della direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione n. 10/2012. Pertanto la nuova dotazione organica degli uffici dirigenziali di livello non generale viene ridotta da 544 posti a 413 posti – di cui 191 dirigenti tecnici e 222 dirigenti amministrativi – con una contrazione di n. 131 uffici.
Relativamente al personale di livello non dirigenziale, per effetto della riduzione della spesa pari al 10% di cui al sopraccitato decreto legge, cui si sono aggiunte compensazioni verticali e orizzontali, la nuova dotazione organica dei posti non dirigenziali passa da 7.034 posti  a 5.978 unità, con una contrazione di 1056 posti corrispondenti ad un risparmio (pari ad euro 34.958.508).
La dotazione organica complessiva del personale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarà, dunque, complessivamente pari a 6.418 unità:

Regolamento di organizzazione del Ministero della Salute

Rispetto al vigente regolamento che prevede un’articolazione del dicastero in dipartimenti (attualmente in numero di tre) e in un ufficio generale, di livello non dipartimentale, la nuova organizzazione si caratterizza per l’eliminazione delle strutture dipartimentali e la istituzione del segretariato generale. Tale scelta è coerente con una lettura del quadro normativo maggiormente in linea con le specifiche esigenze di funzionalità del Ministero della salute e quindi con il principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione. Più in particolare con l’introduzione della figura del segretario generale si mira a operare una razionalizzazione delle funzioni di coordinamento delle strutture ministeriali rafforzando l’unitarietà dell’agire amministrativo del Dicastero e, nel contempo, si  corrisponde a tutte le prescrizioni intervenute in materia di razionalizzazione della spesa, accrescimento dell’efficienza dell’azione amministrativa, riduzione del personale di supporto e centralizzazione dei servizi comuni. L’eliminazione delle strutture dipartimentali consente inoltre un maggiore risparmio in termini economici in correlazione con la soppressione di un numero equivalente di direzioni generali.

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha presentato al Consiglio dei ministri il Piano Nazionale per la Ricerca (PNR) 2014-2020.
Il nuovo PNR, che si vuole trasformare da triennale a settennale (2014-20) per allinearsi con il Programma Quadro europeo Horizon 2020, si pone come obiettivo:

È il frutto di una consultazione molto ampia portata avanti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, che sta coinvolgendo tutti gli stakeholder maggiori, pubblici e privati, centrali e regionali, raccogliendo finora 2.145 manifestazioni di interesse. Il Programma è il risultato quindi di un grande impegno di ascolto, coordinamento e internazionalizzazione e punta a definire un sostanziale cambio di rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni, con l’obiettivo di rimettere il sistema della ricerca al centro dei meccanismi di creazione di ricchezza culturale, sociale ed economica del Paese.
Il Programma identifica un piano d’azione attento alle sfide maggiori che la società contemporanea propone, identificate a livello comunitario, e al tempo stesso frutto di una declinazione nazionale di quelle sfide, che emerge dalla strategia di specializzazione intelligente dei territori. Le sfide individuate sono undici:

Tre sono gli assi prioritari sui quali il Programma si muove:

a) lo sviluppo e l’attrazione di capitale umano altamente qualificato, da inserire nel tessuto produttivo del Paese;

b) l’identificazione di un numero limitato di importanti progetti tematici (con il corredo delle rispettive infrastrutture) a forte impatto sul benessere dei cittadini;

c) la promozione, anche attraverso il trasferimento di conoscenza e competenze, della capacità d’innovare e di competere da parte del sistema delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, prevede di investire circa 900 milioni di euro l’anno (6,3 miliardi in 7 anni) per la realizzazione del Programma. A questi si aggiungeranno le risorse destinate al PNR dagli altri Ministeri o Enti finanziatori.
Entro 60 giorni dall’approvazione del PNR da parte del CIPE, verranno costituiti dei Comitati di Programma (CP) specifici per ciascuna linea di intervento, formati da rappresentanti dei principali enti pubblici e privati partecipanti a quell’intervento, in primo luogo le Regioni, che ne definiranno linee guida e programmi.
(Slide del piano (PNR))

Nell’ambito dei rapporti dello Stato italiano con gli enti di culto diverso da quello cattolico, il Consiglio, su proposta del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha approvato due decreti presidenziali, il primo per il riconoscimento della personalità giuridica e la contestuale approvazione dello statuto dell’ente “Chiese Elim in Italia”, con sede nella città di Milano, il secondo per l’approvazione del nuovo statuto dell’ente “Comunità serbo-ortodossa”, con sede a Trieste. Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole su entrambi i decreti, riscontrandone la coerenza con le norme vigenti in materia di esercizio dei culti ammessi nello Stato.

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato le seguenti dichiarazioni di stato di emergenza:

Il Consiglio ha inoltre deliberato:

 

Su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Dott. Graziano Delrio, il Consiglio dei Ministri ha esaminato ventiquattro leggi regionali e delle Province autonome.

Per le seguenti leggi regionali si è deliberata la rinuncia totale all’impugnativa:

1) Legge Regione Sardegna n. 12/2013, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2013)”.

2) Legge Regione Puglia n. 6 del 5/02/2013 recante: “Modifiche e integrazioni all’articolo 5 della legge regionale 30 luglio 2009, n. 14 (Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia e per il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale), modificata e integrata dalla legge regionale 1° agosto 2011, n. 21 e all’articolo 4 della legge regionale 13 dicembre 2004, n. 23”.

3) Legge Regione Marche n. 13 del 17/06/2013 recante: «Riordino degli Interventi in materia di Bonifica e di Irrigazione. Costituzione del Consorzio di Bonifica delle Marche e fusione dei Consorzi di Bonifica del Foglia, Metauro e Cesano, del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, dell’Aso, del Tenna e Del Tronto».

Inoltre è stata deliberata la rinuncia parziale all’impugnativa delle seguenti leggi regionali:

1) Legge della Regione Valle d’Aosta  n. 8 dell’8/4/2013 recante “Assestamento del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2013, modifiche a disposizioni legislative e variazioni al bilancio di previsione per il triennio 2013/2015”.

2) Legge della Provincia Autonoma di Trento n. 20 del 04/10/2012, pubblicata sul BUR n. 40 del 04/10/2012, recante “Legge provinciale sull’energia e attuazione dell’articolo 13 della direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE”.

Infine, per le seguenti leggi regionali si è deliberata la non impugnativa:

1) Legge Regione Campania n. 19 del 06/12/2013 “ Assetto dei consorzi per le aree di sviluppo industriale”
2) Legge Regione Lombardia n. 18 del 09/12/2013 “Modifiche alla legge regionale 4 aprile 2012, n. 6 (Disciplina del settore dei trasporti).”
3) Legge Regione Abruzzo n. 45 del 29/11/2013 “Semplificazione del sistema normativo regionale. Anno 2013. Abrogazione di disposizioni legislative.”
4) Legge Regione Abruzzo n. 46 del 29/11/2013 “ Riordino delle funzioni in materia di idoneità del percorso e delle fermate dei servizi automobilistici di trasporto pubblico locale.”
5) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 19 del 05/12/2013 “ Disciplina delle elezioni comunali e modifiche alla legge regionale 28/2007 in materia di elezioni regionali.”
6) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 20 del 05/12/2013 “ Norme in materia di riassetto istituzionale delle Aziende territoriali per l’edilizia residenziale (ATER) e principi in materia di politiche abitative.”
7) Legge Regione Liguria n. 39 del 10/12/2013 “ Applicazione dell’articolo 4, comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con 
invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento   patrimoniale delle imprese del settore bancario) convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.
8) Legge Regione Calabria n. 50 del 05/12/2013 “ Variazione al Bilancio per l’esercizio finanziario 2012, ai sensi dell’articolo 23, comma 1, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8
9) Legge Regione Lazio n. 9 dell’11/12/2013 “Modifiche alla legge regionale 14 giugno 1996, n. 21 (Disciplina della professione di maestro di sci e ordinamento delle scuole di sci) e successive
modifiche.”
10) Legge Regione Piemonte n. 22 del 4/12/2013 “ Modifiche alla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 16 (Norme di riorganizzazione della Regione Piemonte ai fini della trasparenza e della 
riduzione di costi).
11) Legge Regione Emilia Romagna n. 24 del 13/12/2013 “ Modifiche alla Legge regionale 8 agosto 2001, n. 24 (Disciplina generale dell’intervento pubblico nel settore abitativo).”
12) Legge Regione Marche n. 47 del 13/12/2013 “ Istituzione di un nuovo Comune mediante fusione dei Comuni di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), della legge regionale 16 gennaio 1995, n. 10 “Norme sul      riordinamento territoriale dei Comuni e delle province nella regione Marche.”
13) Legge Regione Campania 21 del 13/12/2013 “ Istituzione della consulta regionale per la promozione e la tutela dei diritti dei minori.”
14) Legge Regione Molise n. 24 del 11/12/2013 “ Proroga del termine della legge regionale 11 dicembre 2009, n. 30 (Intervento regionale straordinario volto a rilanciare il settore edilizio, a 
promuovere le tecniche di bioedilizia e l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili, nonché a sostenere l’edilizia sociale da destinare alle categorie svantaggiate e l’edilizia scolastica).”
15) Legge Regione Puglia n. 36 del 11/12/2013 “ Disposizioni relative alle sanzioni amministrative in materia di quote latte e di cui agli articoli 5, 6 e 9 del decreto legge 28 marzo 2003, n. 49, recante riforma della normativa in tema di applicazione del prelievo    supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2003, n. 119, e s.m.i..
16) Legge Regione Puglia n. 37 del 11/12/2013 “ Modifiche e integrazioni all’articolo 8 della legge regionale 31 dicembre 2009, n. 34 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2010 e bilancio pluriennale 2010-2012 della Regione Puglia.”
17) Legge Regione Puglia n. 38 del 11/12/2013 “ Modifiche e integrazioni alla legge regionale 15 novembre 2007, n. 33 (Recupero dei sottotetti, dei porticati, di locali seminterrati e interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate).”
18) Legge Regione Puglia n. 39 del 11/12/2013 “ Tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, forestale e zootecnico.”
19) Legge Regione Friuli Venezia Giulia n. 21 del 05/12/2013 “ Disposizioni urgenti in materia di tutela ambientale, difesa e gestione del territorio, lavoro, diritto allo studio universitario, infrastrutture, lavori pubblici, edilizia e trasporti, funzione pubblica e autonomie locali, salute, attività economiche e affari economici e fiscali.
20) Legge Regione Umbria n. 29 del 16/12/2013 “ Disposizioni in materia di addizionale regionale all’IRPEF.”
21) Legge Regione Campania n. 20 del 09/12/2013 “ Misure straordinarie per la prevenzione e la lotta al fenomeno dell’abbandono e dei roghi di rifiuti.”
22) Legge Regione Marche n. 45 del 09/12/2013 “ Modifiche al Titolo VI della legge regionale 10 novembre 2009, n. 27 “Testo unico in materia di commercio” concernente il sistema fieristico regionale.”
23) Legge Regione Marche n. 46 del 09/12/2013 “ Disposizioni finalizzate ad incentivare l’integrazione istituzionale e territoriale.”
24) Legge Regione Sardegna n. 35 del 11/12/2013 “ Incremento dell’autorizzazione di spesa determinata per gli anni 2013-2015 nella tabella D allegata alla legge regionale 23 maggio 2013, n. 12 (legge finanziaria 2013). Integrazione del fondo regionale per la non autosufficienza per il programma “Ritornare a casa”.

 

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