Breve commento all’ordinanza del Tribunale del Riesame di Taranto
Il Tribunale dl riesame di Taranto ha adottato una importante decisione confermando ed integrando quella del GIP di Taranto con la quale aveva disposto il sequestro degli impianti dell’ILVA di Taranto perché ritenuti fortemente insalubri per l’ambiente e per l’uomo.
È di tutta evidenza che gli interventi consequenziali del Governo e dell’Azienda in ordine alle opere necessitate di bonifica e di ripristino della salubrità dei luoghi siano colorati da tardività.
L’ordinanza del Tribunale, che potrà essere impugnata in Corte di Cassazione, è un intelligente esempio di come i Magistrati pugliesi abbiano contemperato le esigenze della produzione ( art. 41 cost e 844 c.c. ) con quelle della tutela dell’ambiente ( art. 9 e 117 II comma lett. s) cost) con la tutela della salute ( art. 32 cost).
È evidente che l’ordinanza ora dovrà essere eseguita nella parte in cui prevede la continuazione delle attività di impresa e la contestuale bonifica dei siti inquinati.
Ora, a parte gli interventi di urgenza, dovrà essere predisposto un programma serio, in senso precauzionale, di prevenzione degli effetti nocivi dell’attività di impresa perché non si abbiano più a ripetere situazioni di grande rischio come quelli attuali.
La sostenibilità non è un termine vuoto e privo di possibile concreta applicazione. Nella vicenda di Taranto dovrà essere il criterio guida per realizzare le condizioni di salubrità richieste .
Non è sufficiente ridurre le emissioni nocive è importante puntare ad eliminarle adottando tutte le migliori soluzioni tecniche possibili perché l’attività di impresa esercitata dall’ILVA di Taranto nell’immediato futuro sia sostenibile per ambiente e per l’uomo.