IL POTERE CARISMATICO
Sergio Benedetto Sabetta
Il potere carismatico richiama alla mente un potere potenzialmente assoluto ma dove vi è l’estremo, la mancanza del senso dell’equilibrio, i greci evocavano la furia della “nemesis” che riportava l’ordine del bilanciamento, dea vendicatrice dell’arroganza e dei crimini da essa derivanti.
Weber individua tre poteri: quello legittimo derivante dal principio ereditario, quello burocratico, legale-formale dello Stato ed infine quello carismatico.
Il moderno sistema economico dello Stato capitalista si basa sul sistema “legale-razionale” che risulta simbiotico con la moderna economia capitalista, così che il potere carismatico diventa possibile solo in presenza di una profonda crisi che, nel fare saltare i rapporti consolidati e le aspettative, crea sbandamento e la necessità di una nuova sicurezza incarnata da un leader carismatico.
Si vede bene che al termine carismatico in questo caso è conferito un senso ben diverso da quello volgarmente usato nel quotidiano, dove s’intende come semplice persona dotata di fascino o anche elemento di paragone ossia esempio da seguire.
Tuttavia nelle moderne società la leadership carismatica non può che essere di breve periodo, comunque integrata alle strutture burocratico-razionali, quindi attualmente solo in situazioni del tutto eccezionali determinate da sconvolgimenti profondi, quali una guerra estremamente lacerante a cui sovrapporre una profonda crisi economica, il potere carismatico può rendersi autonomo dagli altri poteri.
Questo potere è tale da poter subordinare tutti gli altri poteri a priorità ideologiche extra-economiche fino a teorizzare il principio di agire e venire incontro al pensiero del capo senza che vi sia un suo ordine esplicito, un potere classificato nella categoria dell’intenzionalità che si affianca a quella strutturalista.
Questo ne determina il contrasto con la necessità di un potere razionale e prevedibile, regolato in modo da renderlo funzionale alla prevedibilità della riproduzione del capitalismo.
In termini più strettamente giuridici si prova a giustificare a posteriori, mediante l’urgenza e la necessità, il potenziale eversivo dell’atto, con il progressivo prevalere degli organi esecutivi e di polizia sugli altri poteri, fino a superare anche gli aspetti puramente formali che vengono in breve abbandonati.
Se nel ‘900, oltre che sulla tradizionale forza oratoria, vi era di supporto la tecnologia radiofonica e televisiva, nel nuovo millennio interviene l’aspetto della rete e la possibilità di trasformare il consenso carismatico in qualcosa di impersonale dal punto di vista fisico, ossia di immateriale eppure estremamente presente e pervasivo nella normale quotidianità.
Anche in questo caso vi è il raggiungimento di una massa critica che si moltiplicherà a sua volta, subissando le voci contrarie, con la repressione dei dissidenti attraverso la manipolazione e la paralisi delle voci contrarie.
Nell’affermazione di un leader carismatico vi è alla base una sottovalutazione iniziale delle sue capacità, nonché la contemporanea illusione di poterlo controllare e pilotare da parte delle forze economiche e sociali alleate.
Gli obiettivi non sono mai definiti chiaramente sul breve periodo se non in termini ampi e proiettati nel tempo, in grado di raccogliere le più ampie istanze, né la conoscenza del leader è diretta per la massa se non mediata ed elaborata in termini propagandistici.
Il fascino diretto si esercita in prevalenza sull’élite e su coloro che ne entrano in contatto, la coesione è creata dall’essere tutti, con vari motivi, contro qualcosa piuttosto che su un programma di azioni positive determinate, in altri termini vi sono dei vaghi imperativi ideologici in cui paure, fobie e aspettative nebulose vengono a convergere.
Il consolidamento avviene successivamente con il saldarsi dei vari interessi, dai grandi ai minuti, ed il convergere degli indecisi per il fascino che comunque il vincitore porta con sé.
Molto importante risulta essere la capacità di formulare ed articolare in modo adeguato le fobie e le aspettative, banalizzando gli argomenti, e proiettando il tutto in una visione grandiosa del futuro, che nella società moderna è anche tecnologica.
Risulta fondamentale l’ambiente circostante, in cui viene impresso un carattere messianico di grandiosità, creando per tale via un’atmosfera spettacolare di attesa dove si diffonde l’Idea portata dalla “parola del capo carismatico”.
L’entusiasmo sollevato fa sì che i nuovi adepti siano anche i portatori della “parola”, che in tal modo si espande allargandosi come un’onda.
L’entusiasmo non si fonda sugli aspetti teorici, anzi questi possono essere pericolosi in quanto non comprensibili per la massa e potenziali elementi di disgregazione nel ragionamento, quello che tiene insieme la massa è l’emozione suscitata da pochi e facili concetti, dove vi è una netta distinzione tra “noi” e gli “altri” da cui emerge la “nostra forza” in cui identificarsi.
Altro aspetto è la necessità di mantenere comunque una frammentazione degli apparati di potere, al fine di rimanere arbitro tra essi e non venire scalzato da congiure o nuovi poteri nascenti all’interno, alternando il proprio appoggio fra le varie fazioni.
Bibliografia
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Arendt H., Le origini del totalitarismo, Milano, 1967;
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Elias N., I tedeschi. Lotte di potere ed evoluzione dei costumi nei secoli XIX e XX, Bologna, 1991;
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Kershaw I., Hitler e l’enigma del consenso, Bari, 2008;
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Weber M., Economia e società, Milano, 1995.