Tra le principali novità della nuova legge, l’aumento delle pene per reati come il peculato e l’abuso d’ufficio, la discussa riforma della concussione in due distinte fattispecie, i nuovi reati di corruzione tra privati e di traffico d’influenze.
Innovazioni molto opinabili, infatti, la legge approvata, subisce anche un duro intervento di Magistratura indipendente, la corrente delle toghe moderate: ”E’ stato un errore mettere la fiducia sul ddl anti corruzione e non tener conto dell’apporto costruttivo e tecnico proveniente dalla magistratura, che ha fornito tanti spunti per rendere l’intervento efficace, ma evidentemente non hanno suscitato l’interesse della politica” afferma il segretario generale Cosimo Maria Ferri, che usa le stesse parole di Di Pietro. “Con questo intervento legislativo, si è introdotta un’amnistia mascherata, molti processi verranno conclusi con una declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione”. Inoltre “per quanto riguarda il reato di concussione per induzione, che nella prassi è l’ipotesi più diffusa – prosegue – sono stati ridotti i limiti edittali e conseguentemente i termini della prescrizione”.
Il provvedimento contiene anche la delega al governo per varare entro un anno l‘incandidabilità a tutti gli incarichi elettivi dei condannati in via definitiva per reati gravi, in particolare mafia e contro la pubblica amministrazione. Per gli altri reati le condanne previste sono quelle oltre i tre anni, altro punto che ha scatenato polemiche, data la relativa facilità di ottenere condanne inferiori, anche attraverso il patteggiamento, per i crimine dei “colletti bianchi”.
Su quest’ultimo punto il governo promette un’accelerazione: “Con il ministro Patroni Griffi e il ministro Cancellieri ho ritenuto di poter raffigurare in parlamento che da parte del governo c’e’ l’intenzione di riempire immediatamente la delega”. Il ministro risponde anche indirettamente alle accuse di Di Pietro: “Si può sempre fare di più, ma non ci sono stati compromessi politici al ribasso. In questo provvedimento si doveva regolare il fenomeno della corruzione”. Sulle altre materie rimaste fuori, in particolare prescrizione, falso in bilancio, voto di scambio e autoriciclaggio c’è “la seria intenzione del governo dare un contributo”.