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Il caso Sion: l’inizio della fine dei presidenti padroni?

Di Giulia Gavagnin. A molti il nome “Sion FC” potrà non dire nulla, al massimo, qualcuno può averne sentito parlare in questi giorni perché è la squadra svizzera dove attualmente milita un Gennaro Gattuso a fine carriera.
Coloro i quali si interessando di diritto sportivo, invece, associano il nome di questa squadra ad una controversia legale internazionale (quasi ) senza fine, nella quale la società svizzera ha dimostrato di avere fatto del suo peggio per violare le norme FIFA in materia di trasferimento dei calciatori.
In questi giorni è arrivata la pronuncia finale del Tribunale Federale Svizzero, che messo la parola fine sulla tormentata vicenda dichiarando inammissibile il ricorso della squadra contro la decisione del Tribunale Arbitrale Sportivo di Losanna, che aveva confermato la decisione UEFA di escludere il Sion (la cui denominazione sociale è, invero, Olympique des Alpes Sion, per distinguerla dall’omonimo FC Sion, squadra dilettantistica) dall’Europa League 2011/2012 per avere impiegato nel girone eliminatorio alcuni giocatori i cui contratti erano stati posti in essere con la società durante il biennio 2009-2011,in spregio al divieto imposto dalla FIFA.
Tutto ha avuto inizio nel 2008, quando il presidente del Sion FC, Chirstian Constantin si è ‘invaghito’ del portiere della nazionale egiziana Essam El – Hadary strappandolo al suo club egiziano di appartenenza prima dello spirare del contratto. La Disputy Resolution Chamber della FIFA ha rilevato una evidente violazione dell’articolo 13 del Regolamento FIFA sul trasferimento dei calciatori (Regulations on the Status and Transfer of Players) che impone il rispetto del contratto tra un giocatore e un club fino allo spirare dello stesso, salvo scioglimento per mutuo consenso, ed ha vietato al Sion di concludere nuovi contratti con calciatori per un periodo di due anni, oltre ad avergli ordinato di versare una somma di denaro al club egiziano Al – Ahly a titolo di indennizzo. La decisione è stata successivamente confermata dal TAS e dal Tribunale Federale Svizzero, che nelle controversie sportive internazionali è il tribunale di ultima istanza solo per motivi di legittimità.
Successivamente, in spregio alla pesante sanzione inflitta, il sig. Constantin ha messo sotto contratto ben sei giocatori, alcuni dei quali impiegati nelle eliminatorie della UEFA Europa League cui il Sion ha partecipato a seguito della vittoria della Swiss Cup nel 2011. L’utilizzo di giocatori non tesserabili è stato sanzionato dalla UEFA con l’esclusione dalla Europa League, permettendo il ripescaggio del Celtic Glasgow. La Lega Calcio Svizzera ha provvisoriamente ammesso i sei giocatori alle competizioni, in attesa del pronunciamento del tribunale competente…che è stato individuato con grande fatica.
Infatti, nonostante l’organo competente a decidere le decisioni di primo grado della FIFA sia il TAS, il Sion ha citato la Lega Svizzera e la UEFA avanti i tribunali distrettuali di Vaud e Valais uscendone soccombente. Ha poi proposto appello alla UEFA senza successo, fino alla richiesta del lodo arbitrale al TAS, emesso il 15 dicembre, sempre confermativo delle precedenti pronunce.
Tuttavia, nelle more della decisione del tribunale arbitrale, con decisione del 25 ottobre, la commissione disciplinare svizzera ha deciso di sospendere i sei giocatori per cinque turni di campionato: questi hanno promosso un procedimento d’urgenza avanti il tribunale territoriale ordinario, anziché avanti i tribunali sportivi, e per un attimo hanno anche creduto di aver ragione, dal momento che il tribunale ha accolto le loro doglianze. A quel punto, visto che il giudizio sulla decisione UEFA pendeva con forti probabilità di rigetto avanti al TAS il presidente della Società ha proposto un’interpellanza alla Commissione Europea, lamentando l’ingiustificata restrizione del principio di concorrenza e la libera circolazione dei lavoratori nell’ambito dell’UE (principi che erano stati posti alla base della sentenza Bosman).
Constantin ha fatto parlare molto di se in quei giorni, dichiarando apertamente la parzialità degli organi sportivi nelle decisioni e invocando la legittimità delle richieste al tribunale ordinario. Invero, ad un certo punto, la UEFA ha proposto alla società un meeting per riconsiderare la riammissione in Europa League.: questa avrebbe però comportato la necessità di escludere la società ripescata e di giocare nuovamente le partite già disputate.
Dopo la decisione del TAS, la FIFA ha minacciato la sospensione da ogni competizione internazionale se il Sion non avesse accettato una congrua penalizzazione per il proprio comportamento marcatamente antigiuridico. Alla fine della vicenda, il Sion ha dovuto accettare una penalizzazione di 36 punti che lo ha relegato al nono posto del campionato svizzero (Super –League).
La decisione del Tribunale Federale Svizzero chiude definitivamente una controversia complicata. Tuttavia, evidentemente già ‘bastonato’ dalla vicenda, Constantin ha messo sotto contratto due giocatori svincolati, tra i quali Gattuso. Chissà se in futuro gli tornerà la voglia di tesserare ancora giocatori con quel modo spregiudicato.

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