MARE DELLA PEČORA – Alle 17:00 di ieri, la Guardia Costiera russa ha illegalmente abbordato la nave di Greenpeace Arctic Sunrise arrestando i 25 attivisti a bordo minacciandoli con le pistole. Tra di loro anche un italiano. Ieri, alcuni attivisti di Greenpeace avevano protestato pacificamente contro la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya della compagnia di Stato russa Gazprom.
Al momento dell’irruzione l’Arctic Sunrise stava navigando intorno alla piattaforma Prirazlomnaya alla velocità di tre miglia nautiche, in acque internazionali. Le coordinate confermano che la nave era dentro la Zona Economica Esclusiva della Russia (EEZ) e questo fa dell’irruzione della Guardia Costiera russa un atto illegale: il diritto internazionale consente infatti la libera navigazione nella EEZ.
Le coordinate al momento dell’irruzione erano: 69-19-53 N; 57-16-53 E .
Per mezzo di un elicottero e di corde, otto uomini della Guardia Costiera sono saliti a bordo della nave e hanno circondato gli attivisti, spingendoli sul ponte. Alcuni membri dell’equipaggio, che sono riusciti a chiudersi a chiave nella sala radio, hanno riferito di aver visto gli altri attivisti costretti a inginocchiarsi con pistole puntate contro di loro.
La Guardia Costiera aveva già arrestato ieri, e trattenuto senza accuse formali, due attivisti di Greenpeace International che avevano scalato la piattaforma petrolifera di Gazprom.
“Questa irruzione illegale su una nave che protestava pacificamente evidenzia quali misure estreme il governo russo è disposto a prendere per tenere le trivellazioni di Gazprom lontane dal controllo pubblico – afferma Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International. – Chiediamo al Presidente Putin di trattenere la Guardia Costiera e di ordinarle di rimettere nella fondina le pistole e ritirarsi. Siamo un’organizzazione pacifica e la nostra protesta non si merita questo livello di aggressività”.
Il Ministro Russo degli Affari Internazionali aveva precedentemente dichiarato che la Guardia Costiera è intervenuta nella protesta di mercoledì perché l’Arctic Sunrise rappresenterebbe una minaccia alla sicurezza e all’ambiente – un’affermazione che Greenpeace contesta fortemente.
“Non scherziamo: la vera minaccia all’Artico non viene da Greenpeace ma dalle compagnie petrolifere come Gazprom, che sono determinate a ignorare sia la scienza che il buon senso per trivellare nell’Artico – dice Ben Ayliffe, campaigner di Save The Arctic di Greenpeace International.”
“La Guardia Costiera ha minacciato con le pistole i nostri attivisti e ha sparato 11 colpi di avvertimento contro la nostra nave. Chi è la vera minaccia alla sicurezza qui?” – conclude Ben Ayliffe.
NAVE GREENPEACE ANCORA IN MANO AD AUTORITA’ RUSSE IN ACQUE INTERNAZIONALI
Aggiornamento delle ore 14:00
Roma, 20.09.13: L’equipaggio della nave rompighiaccio Arctic Sunrise rimane sotto la custodia delle autorità russe, a seguito dell’irruzione armata sulla nave di militari russi, avvenuta ieri in acque internazionali.
Da più di 12 ore Greenpeace non ha più contatti con la nave, che al momento sembra essere diretta a ovest verso le acque territoriali russe.
Greenpeace non ha ricevuto nessuna conferma ufficiale delle possibili accuse, e agli attivisti è stata negata sia l’assistenza legale che quella dei propri consolati. Più di 20 uffici di Greenpeace stanno organizzando proteste davanti alle ambasciate russe nel mondo. Stamattina a Roma un gruppo di attivisti di Greenpeace Italia ha consegnato alla rappresentanza diplomatica russa una richiesta di azione immediata per il rilascio degli attivisti. (foto allegate)
«La sicurezza dei nostri attivisti rimane la nostra priorità e stiamo lavorando per capire cosa stia succedendo. Nella nostra ultima telefonata con la nave i membri dell’equipaggio hanno dichiarato che il morale rimane alto e che sono stati sostenuti dai messaggi di migliaia di persone che in tutto il mondo si oppongono alle trivellazioni petrolifere nell’Artico.- dichiara Ben Ayliffe, responsabile della campagna Artico per Greenpeace International – Ribadiamo che la vera minaccia non viene dall’Arctic Sunrise ma da Gazprom, una delle aziende più spericolate al mondo».
Secondo alcuni media russi, gli ufficiali della piattaforma Prirazlomnaya di Gazprom avrebbero dichiarato che la cabina di sicurezza che Greenpeace stava appendendo alla piattaforma “somigliava ad una bomba”. In realtà la cabina di sicurezza è ovviamente un rifugio destinato a mantenere gli attivisti al caldo, chiaramente marcato con colori brillanti e il logo di Greenpeace. La cabina di sicurezza è stata progettata dal vincitore di una competizione Rubén Bodewig, uno studente di architettura spagnolo.