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Martedì 14 ottobre, il viceministro all’Economia, Carlo Calenda, ha convocato a Palazzo Colonna, in piazza SS. Apostoli, un evento con cena rivolto ai businessmen e all’imprenditoria con i ministri al commercio UE e i negoziatori del TTIP, il trattato che vuole trasformare l’Europa e gli Usa in un paradiso delle multinazionali, sopprimendo le norme in difesa dei diritti dei lavoratori, gli standard ambientali, mercificando i beni comuni e privatizzando i servizi pubblici locali.

Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America attualmente oggetto di negoziati volutamente segreti, non è una semplice trattativa di liberalizzazione commerciale.

E’ l’ennesimo attacco frontale di lobby economiche, Governi e poteri forti contro quello che rimane dei diritti del lavoro, della persona, dell’ambiente e di cittadinanza dopo anni di crisi. Movimenti, consumatori, contadini, organizzazioni sociali ma anche piccole imprese delle due sponde dell’Atlantico hanno reagito collaborando strettamente per fermare questa deriva. In Italia oltre 60 realtà sociali, del lavoro e politiche hanno dato vita alla Campagna Stop TTIP per contribuire a bloccare il negoziato il prima possibile e chiamano alla mobilitazione movimenti e territori.

Ecco alcune cose che potranno cambiere con l’eventuale approvazione del trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti d’America:

Sicurezza alimentare: le norme europee su pesticidi, Ogm, carne agli ormoni e più in generale sulla qualità degli alimenti, più restrittive di quelle americane e internazionali, potrebbero essere condannate come barriere commerciali illegali

Acqua ed energia: sono settori a rischio privatizzazione. Tutte quelle comunità che si dovessero opporre potrebbero essere accusate di distorsione del mercato

Servizi pubblici: il TTIP limiterebbe il potere degli Stati nell’organizzare i servizi pubblici come la sanità , i trasporti, l’istruzione, i servizi idrici, educativi e metterebbe a rischio l’accesso per tutti a tali servizi a vantaggio di una privatizzazione che rischia di escludere i meno privilegiati

Diritti del lavoro: la legislazione sul lavoro, già drasticamente deregolamentata dalle politiche di austerity dell’Unione Europea, verrebbe ulteriormente attaccata in quanto potrebbe essere considerata barriera non tariffaria da rimuovere

Finanza: il trattato comporterebbe l’impossibilità di qualsivoglia controllo sui movimenti di capitali e sulla speculazione bancaria e finanziaria

Brevetti e proprietà intellettuale: la difesa dei diritti di proprietà delle imprese sui brevetti metterebbe a rischio la disponibilità di beni essenziali, quali ad esempio i medicinali generici. Così come la difesa dei diritti di proprietà intellettuale possono limitare la diffusione della conoscenza e delle espressioni artistiche

Gas di scisto: il fracking, già bandito in Francia per rischi ambientali, potrebbe diventare una pratica tutelata dal diritto. Le compagnie estrattive interessate ad operare in questo settore potrebbero chiedere risarcimenti agli Stati che ne impediscono l’utilizzo. In questo modo si violerebbe il principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, incentivando iniziative economiche che mettono in pericolo la salute umana, animale e vegetale, nonché la protezione dell’ambiente

Libertà e internet: i giganti della rete cercherebbero di indebolire le normative europee di protezione dei dati personali per ridurli al livello quasi inesistente degli Stati Uniti, autorizzando in questo modo un accesso incontrastato alla privacy dei cittadini da parte delle imprese private

Democrazia: il trattato impedirebbe qualsiasi possibilità di scelta autonoma degli Stati in campo economico, sociale, ambientale, provocando la più completa esautorazione di ogni intervento da parte degli enti locali

Biocombustibili: il TTIP attraverso l’armonizzazione delle normative europee in ambito energetico, incentiverebbe l’importazione di biomasse americane che non rispettano i limiti minimi di emissione di gas a effetto serra e altri criteri di sostenibilità ambientale

 

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