di Fulvio Conti Guglia. Sono i giorni delle tante commemorazioni per Falcone, Borsellino e gli uomini che con loro hanno condiviso il triste destino. Le mie sensazione di dolore, impotenza, rabbia erano forti all’epoca dei fatti e tali sono rimaste a distanza di anni. Per associazione, soprattutto in queste ricorrenze, mi viene spontaneo collegare l’anniversario delle stragi al libro di Gesualdo Bufalino “il Guerrin Meschino” edito Bompiani, ingiustamente, a mio avviso, poco conosciuto. Splendido se si ritorna col pensiero al tempo degli accadimenti, viaggio, romanzo e fiaba “s’interrompono a metà lasciando molti fili sospesi, sotto l’urgere d’un tempo che crede poco ai miracoli della finzione e all’amabile gioco delle parti caro all’ipocrisia romanzesca”. Il romanzo si tronca sovente per esigenze dello scrittore e letterarie, ma una di queste sospensioni, inaspettatamente in un libro, nasce dal dolore dello scrittore scaturito dagli eventi tragici del 1992. Bufalino decide di esternare i propri sentimenti attraverso una luminosa e possente poesia che fa del libro uno strumento “vivo”, per incanto perpetuamente in collegamento con passato, presente e futuro. Ecco i sentimenti di Gesualdo Bufalino espressi nella lirica incastrata come una pietra preziosa nel volume ad eterna memoria:
Chiuso per lutto.
(23 maggio 1992; 19 luglio 1992)
Basta così, giù il sipario, non me la sento stasera.
Si chiude. Vi rimborso il biglietto.
Lasciamo Guerrino per un bel po’
a sbrogliarsela con le tenebre
sul ciglione dell’abisso.
Gli farà bene vegliare anche lui
in questa Notte d’Ulivi della Sicilia…
Sicilia santa, Sicilia carogna…
Sicilia Giuda, Sicilia Cristo…
Battuta, sputata, inchiodata
palme e piedi a un muro dell’Ucciardone,
fra siepi di sudari in fila
e rose di sangue marcio
e spine di sole e odori,
sull’asfalto, di zolfo e cordite…
Isola leonessa, isola iena…
Cosa di carne d’oro settanta volte lebbrosa…
No, non verrà Guerrino a salvarla
con la spada di latta
a cavallo di Macchiabruna…
Nessun angelo trombettiere
nel mezzogiorno del Giudizio
suonerà per la vostra pasqua,
poveri paladini in borghese,
poveri cadaveri eroi,
di cui non oso pronunziare il nome…
Non vi vedremo mai più sorridere
col telefono in una mano
e una sigaretta nell’altra,
spettinati, baffuti, ciarlieri…
Nessuna mano solleverà
la pietra dei vostri sepolcri…
Nessuna schioderà
le bare dalle maniglie di bronzo…
Forse solo la tua, bambino.
Interviste video:
http://youtu.be/Fp0ekrwxXig
Siti:
http://www.archivioantimafia.org/
Alcuni pensieri:
Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere. Giovanni Falcone
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Giovanni Falcone
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”. Giovanni Falcone
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Falcone
Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo. Paolo Borsellino
E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio.
Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. Paolo Borsellino
Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene. Paolo Borsellino
…….la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. Paolo Borsellino
http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino
3 commenti su “Falcone e Borsellino nel ricordo di Gesualdo Bufalino”
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Toccante, ho i brividi e rivedo i loro volti a cui mi riferivo continuamente
“A te, che oggi avresti compiuto 72 anni.
A te, che t’avrei immaginato con un nipotino sulle ginocchia, a raccontargli storie.
A te, che saresti stato un nonno perfetto.
A te, che quando mi sveglio la mattina ho la tua immagine impressa negli occhi.
A te, che hai salvato un mare di coscienze, che quando mi chiedono che senso abbia la mia vita, rispondo “Cercatelo nei suoi occhi”.
A te, che ti hanno costruito un cimitero attorno, bersaglio facile dell’implacabilità della depravazione.
A te, che avrei fatto di tutto per spostarti le nuvole della solitudine.
A te, che ti hanno bistrattato nel ricordo, mortificato nella memoria.
A te, che se le lacrime potessero parlare stordirebbero il mondo.
A te, che t’avrei regalato un sorriso nell’angoscia del vivere, che t’avrei fatto da scudo contro la scelleratezza dei perfidi.
A te, che sei il nocciolo di ogni mia azione, il fine di ogni mio scopo, la ragione della mia esistenza.
A te, perché senza di te ci si sente vulnerabili, svuotati, con un peso sulla coscienza.
A te, che non spegni le candeline da vent’anni, ma infiammerai i cuori per sempre.
A te che sei la primavera immortale di un mondo al crepuscolo.
A te, che ti voglio bene più del semplice voler bene.
A te, come ogni anno, buon compleanno…”
Ho vissuto per questo Paese, per lasciare un mondo migliore ai miei figli e nipoti, ho vissuto da persona normale senza pretese, eppure mi hanno ucciso migliaia di volte. Non ci credereste in quanti modi sono morto, ogni volta con un pizzico di fantasia criminale.. Mi hanno ucciso con un colpo di Lupara, con diversi di Kalashnikov, sono anche saltato in aria, diciamo che non mi sono fatto mancare nulla. Mi hanno ucciso migliaia di volte in secoli di lotta armata, sia di spada che di mente, solo perché amavo il mio lavoro. Non ho più lacrime, né urla di dolore, io sono un uomo onesto che per l’onestà è morto. Sono un uomo di Giustizia che è stato ucciso sì, ma che persiste nel vivere nei corpi di chi, dopo di me, continua a dedicare la propria vita all’Amore per la libertà. Io sono fiero di essere stato un Uomo, una Donna, una persona che vi ha amato e per voi che leggete ha dato la vita. Io sono fiero di essere stato Antonino Agostino, Emanuela Loi, Attilio Manca, Giovanni Falcone, Graziella Campagna, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo in Falcone, Giancarlo Siani, Ninnì Cassarà.. io sono stato fiero di essere siciliano, calabrese, campano, pugliese, sardo.. io sono stato fiero di essere italiano perché senza questa Patria, senza voi italiani che siete la mia Patria non sarei stato nessuno. Posso scrivere queste parole dall’Aldilà perché vivo nel mio ricordo terreno. Alcuni di voi mi ricordano, lo fanno perché a mia volta qualcosa nella vita ho fatto, e grazie al vostro ricordo vivo nelle vostre lacrime, vivo nel battito accelerato del vostro cuore ad ogni pianto, vivo nell’adrenalina che sale al cervello per aprire il cassetto della coscienza e dell’indignazione. Non dimenticatevi di me.. Non dimenticatevi che la mafia uccide tutto non solo la Giustizia.. Non dimenticatevi che anche io sbattevo le palpebre, che respiravo, che camminavo, che anche io avevo paura.