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Emergenza Coronavirus: esigenze di riservatezza e tutela dei lavoratori.

Emergenza Coronavirus: esigenze di riservatezza e tutela dei lavoratori.

Il COVID-19 ci ha colti all’improvviso: non eravamo pronti ad affrontare un nemico invisibile. Eppure, il virus ci ha spinti ad andare persino oltre prima che venisse annoverata una “martire” illustre.

Così, in poche settimane la privacy, “libertà fondamentale” della generazione 2.0, è divenuta un fastidioso ostacolo.

Nella più verosimile delle ipotesi sarebbe stato sufficiente ricorrere alla geolocalizzazione mediante app statale, purchè univocamente collegata al possessore del dispositivo – pensiamo alla Spid -.

E la riservatezza dei lavoratori? Il Garante ha affermato che l’acquisizione di informazioni utili al contenimento della diffusione del Coronavirus dovesse unicamente ricondursi ai soggetti istituzionali.

Di diverso avviso il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 che prevede che le imprese le cui attività non sono state sospese possano adottare misure che incidano anche sul trattamento dei dati relativi allo stato di salute dei dipendenti.

Seppur non è mancato chi ha parlato di inconciliabilità con i divieti richiamati dal Garante, per quanto effettivamente il Protocollo individui i criteri per procedere alla rilevazione della temperatura dei lavoratori, si tratta pur sempre di attività da porre in essere osservando i principi di minimizzazione, nonchè la normativa lavoristica vigente.

Semmai, un profilo di criticità risiede in questo: per quanto il Protocollo affondi le proprie radici sia nella lett. b) dell’art. 9 del Regolamento 2016/679 sia, rispetto ai dati non riferibili alle categorie particolari, nell’art. 6, comma 1, lett. c), stante la sua natura negoziale si auspica che presto diventi oggetto di uno specifico recepimento normativo – anche attraverso accordi collettivi di II livello -, così che ogni misura adottata sia resa più efficace dal contributo dei soggetti a conoscenza delle singole realtà produttive.

Monica Lasala, praticante Avvocato foro di Perugia

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