Aja. Thomas Lubanga, ex capo della milizia delle Repubblica democratica del Congo, soprannominato “signore della guerra” è stato condannato a 14 anni di reclusione dalla Corte penale internazionale. Lo scorso 14 marzo, Lubanga era stato riconosciuto colpevole dalla Corte di crimini di guerra per aver rapito e arruolato bambini soldato nella guerra civile in Ituri.
E’ la prima sentenza emessa dalla Corte Penale Internazionale, istituita dieci anni fa. Votata a maggioranza dalla Corte, la condanna, è stata letta pubblicamente dal giudice Adrian Fulford. L’accusa aveva inizialmente richiesto 30 anni di reclusione, ma si era dichiarata disposta a ridurla a vent’anni se il signore della guerra si fosse “scusato sinceramente” con le vittime dei reati da lui commessi.
La sentenza definitiva, ha tenuto conto di un’attenuante: secondo i giudici infatti Lubanga ha collaborato con la Corte durante tutto il processo nonostante la “pressione costante e ingiustificata” a cui lo sottoponeva l’accusa.
In realtà, Lubanga è stato il primo ricercato per crimini di guerra mai arrestato in base a un ordine di cattura emesso dai magistrati delle Nazioni Unite.
Durante la Seconda Guerra del Congo ordinò massacri di matrice etnica nella provincia nord-orientale di Ituri, il cui capoluogo Bunia nel 2002 fu conquistato dai suoi adepti, che si resero responsabili di spaventose carneficine. I bambini maschi erano costretti ad arruolarsi nella milizia a combattere e uccidere. Le femmine erano invece sfruttate come schiave sessuali ad “uso e consumo” della milizia.
L’accusa non è stata però in grado di provare le imputazioni di carattere sessuale “oltre ogni ragionevole dubbio”. Il giudice ha criticato l’ex procuratore capo della Corte penale internazionale, Luis Moreno Ocampo, per non aver formulato nei confronti di Lubanga anche accuse riguardo agli stupri di massa nella regione di Ituri, denunciati dagli attivisti per i diritti umani. Infine, sarà sempre il Tribunale dell’Aja a decidere dove l’uomo sconterà la pena. Sei i Paesi che hanno dato disponibilità ad accoglierlo: Finlandia, Serbia, Mali, Austria, Regno Unito e Belgio.
L’Unicef ha plaudito alla sentenza, ricordando le migliaia di bambini, tra i 7 e i 15 anni, che sono stati usati durante il conflitto. Ora tocca a Bosco Ntaganda, co-imputato di Lubanga ed ex vice capo del Fplc, è oggetto di un mandato d’arresto da parte della Corte penale internazionale dal 2006 per gli stessi crimini di guerra Lubanga.
Tribunale Penale Internazionale
Il Tribunale Penale Internazionale è composto da 18 giudici internazionali, che rappresentano i principali sistemi legali nel mondo, non dipende dalle Nazioni Unite ed è sostenuta da 121 Stati Parte che ne hanno ratificato lo Statuto. Il tribunale permanente è incaricato di perseguire gli autori di genocidi, crimini contro l’umanità e di guerra.
Il caso Lubanga.
Si tratta della prima condanna pronunciata dal tribunale dell’Aja, istituito nel 1998 a Roma per creare un sistema di giustizia internazionale che punisse e scoraggiasse i crimini piu’ orrendi, ma accusato di muoversi troppo lentamente e con scarsa efficienza. Finora le condanne di corti internazionali per crimini di guerra e contro l’umanita’ erano state pronunciate solo da tribunali legati a specifici conflitti, come quello per la ex Jugoslavia. In Africa, il Tribunale sta indagando crimini in sette diversi Paesi, dove pare che ci siano stati oltre 5 milioni di morti tra popolazione e militari.