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Un Comune su tre a rischio default: per i cittadini aumenti consistenti delle tasse, tra questi rifiuti Imu e addizionali.

I Comuni avranno tempo fino al 31 ottobre per decidere e fissare le aliquote: Tarsu, Imu, addizionale Irpef, tassa per l’occupazione di suolo pubblico ed altre imposizioni fiscali.

Pare, che un Comune su due si avvia ad aumentare la Tarsu, così si vedranno rispetto all’anno scorso, incrementi sino al 30%, i Sindaci in controtendenza sembrano essere veramente pochi.

Ecco alcuni dati che emergono dall’indagine condotta dal servizio Politiche territoriali della Uil in 64 capoluoghi di provincia, le cui amministrazioni municipali hanno già deciso qual è il prelievo sui rifiuti da applicare quest’anno. I rincari maggiori, in percentuali sono stati rilevati a Bari (+30% rispetto alle tariffe che vigevano per il 2011) e a Milano (aumento del 20,1%). Così, ad esempio: una famiglia di quattro persone che vive in un appartamento di 80 metri quadrati pagherà in media 225 euro (comprese le addizionali provinciali), ma a Napoli si arriva al record di 427,8 euro (lì la decisione è stata della Provincia), seguita da Salerno con 355,6 euro e Alessandria con 337,5.

Il tutto in attesa del debutto della Tares, che nel 2013 imporrà la copertura integrale dei costi del servizio. Si stima che ciò comporterà un altro aggravio medio di 27 euro a famiglia.

Tante novità portate dal decreto legge sulla revisione di spesa, che ha di nuovo trasformato la finanza locale in un cantiere aperto, salvo proroghe, fino all’autunno. In un quadro così incerto, anche il bilancio preventivo diventa naturalmente un esercizio teorico, anche se che il nuovo termine concede la possibilità di rivedere tutte le proprie decisioni tributarie, ad esempio, in fatto di Imu, rivedere le aliquote alla luce dei risultati di gettito dell’acconto.

A causa anche dei noti e inrisolti problemi di cassa dei Comuni, per i cittadini la situazione non è tranquillizzante. Di fatto, la prima rata Imu è stata meno ricca di quanto previsto inizialmente. Per questa ragione, si profila un taglio dei tempi nei conguagli ai fondi di riequilibrio per gli enti che hanno ricevuto meno Imu, e che dovrebbero vedersi arrivare la cifra aggiuntiva nella prima metà di settembre (il decreto è già alla firma del ministro).

Si aggiunga inoltre, come ha più volte sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino,  che l’effetto, “del progressivo decremento delle entrate e, tra queste, di quelle per trasferimenti erariali, non sono compensate da un pari taglio delle spese, le quali denotano un carattere fortemente rigido per l’incidenza significativa, soprattutto nei piccoli Comuni, delle spese di funzionamento dell’ente a cominciare da quelle del personale, e per l’incidenza degli oneri per ammortamento del debito”.

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