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Il fatto: un dirigente della regione Puglia, D.C., utilizza la macchina di servizio “per fini personali e comunque estranei all’attività dell’ufficio”, come andare a un picnic, fare la spesa…. Accusato di avere utilizzato l’auto blu per ragioni “private” segue la condanna alla sospensione per due mesi dall’esercizio del pubblico ufficio (inflitta dal Tribunale di Bari il 20/10/2011).

Il “probo” funzionario ricorre alla Suprema Corte di Cassazione che, tuttavia, ritiene valida e sussistente l’accusa di peculato e il rischio di reiterazione “delle condotte illecite” per via della “gestione privatistica” dell’auto blu fatta dal funzionario, confermando con sentenza n.20922 il reato e relativa condanna.

 

Sarebbe opportuno se non necessario, far smettere queste cattive abitudini nel pubblico impiego considerando seriamente l’ipotesi di introdurre per questo tipo di reati il licenziamento obbligatorio, del resto se lo stesso fatto si verifica in un’azienda privata si trasforma con estrema facilità in “giusta causa” di licenziamento.

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