Approvati 11 decreti attuativi della riforma Madia. Tra questi; la riorganizzazione dei servizi pubblici locali, Licenziamenti e responsabilità dei dirigenti; Forestale fusa nei Carabinieri; Archivi pubblici aperti ai cittadini.
Il dipendente pubblico che viene colto in flagranza a falsificare la sua presenza in servizio, come chi striscia il badge e poi esce, verrà punito entro 48 ore con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione. Se l’illecito non verrà denunciato il dirigente rischia pesanti sanzioni, fino al licenziamento. Il decreto prevede un iter accelerato per l’espulsione: entro un mese il procedimento per il licenziamento dovrà chiudersi. Il lavoratore licenziato rischia anche di dover pagare i danni di immagine: in caso di condanna da parte della Corte dei conti, dovrà versare non meno di 6 mesi di stipendio. Stesso rischio anche per i “complici”, cioè coloro che abbiano agevolato con la loro condotta il comportamento fraudolento.
Taglio delle partecipate. Le amministrazioni devono fare una ricognizione delle partecipazioni e, passato un anno, devono eliminare quelle non strettamente necessarie o con più amministratori che dipendenti. La prima tornata di tagli dovrebbe portare alla chiusura di 2-3mila ‘scatole vuote’. Arriva anche una disciplina completa sulla crisi d’impresa. Sui tagli c’è stato però un braccio di ferro tra governo e ministero dell’Economia. Rinviato il taglio delle camere di commercio.
Il testo unico sulle partecipate rinvia a un decreto ministeriale per fissare i nuovi massimi nelle retribuzioni dei dirigenti, escludendo comunque, a priori, buoneuscite e premi in presenza di risultati economici negativi. Non solo, nelle società partecipate da enti locali potrebbe addirittura essere possibile la revoca. Regole più rigide anche per le nomine dei dirigenti delle Asl, con una riduzione del potere delle Regioni. Quanto ai dipendenti delle partecipate, se la scure dovesse comportare esuberi è prevista la mobilità, il blocco delle assunzioni, con un meccanismo per incrociare posti liberi ed eccedenze.
Il Corpo forestale dello Stato verrà assorbito nell’Arma dei carabinieri. Il passaggio riguarda funzioni e personale, ad eccezione delle competenze anti-incendio, da attribuire al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. I forestali chiamati al passaggio sono circa 7mila, con piccoli contingenti riservati ai Vigili del fuoco, alla Polizia e alla Guardia di finanza. Chi vorrà potrà anche fare richiesta passare alla P.A. in senso lato.
Nel decreto sulla forestale è stata inserita anche la razionalizzazione delle funzioni di tutte le forze di polizia, con l’assegnazione a ciascuna di aree di specializzazione. Anche dal punto di vista territoriale, c’è una divisione delle competenze: per cui la polizia vigilerà sulle grandi aree mentre ai carabinieri è affidato il resto. Un articolo è riservato al numero unico per le emergenze, il 112. Il pacchetto include anche un decreto sulle autorità portuali (giù da 24 a 15).
Un altro decreto disciplinerà la fusione delle spa locali che si occupano di servizi pubblici, dall’acqua ai rifiuti. Si prevede l’aggregazione, incentivata, su base territoriale, con la creazione di ‘distrettì. A disegnare gli ‘hub’ saranno le Regioni e se non provvederanno sarà il Cdm a intervenire. Giro di vite sul regime delle esclusive. D’altra parte l’obiettivo del Governo è passare da 8 mila a mille società pubbliche.
Restyling della Conferenza dei servizi, le riunioni diventano telematiche, scatta il silenzio-assenso, massimo 60 giorni per le decisioni, ci sarà un rappresentante unico per ogni livello di governo. Contro la burocrazia c’è anche il regolamento che taglia i tempi: 50% in meno per opere pubbliche, insediamenti produttivi e attività imprenditoriali rilevanti. Il dimezzamento riguarda diverse pratiche che oggi hanno termini fissati tra i 30 e i 180 giorni (si dovrebbe passare a 15-90). Anche il Codice delle procedure ha l’obiettivo di semplificare la vita di cittadini e imprese, mettendo nero su bianco quali sono le pratiche da sbrigare.
Ogni cittadino avrà il proprio domicilio digitale, ovvero un recapito elettronico. E’ una delle principali novità del nuovo Codice dell’amministrazione digitale. Tra i punti salienti il rafforzamento dei pagamenti elettronici (si potranno usare le prepagate telefoniche) e il lancio del Pin unico. Sui siti istituzionali le amministrazioni, a seconda del loro core-business, dovranno pubblicare il tempo medio di attesa delle prestazioni sanitarie o i debiti accumulati. Soprattutto sarà ‘liberalizzato’ il diritto di accesso agli archivi pubblici (il Freedom of information act), con il cittadino che avrà diritto a ricevere i dati richiesti senza obbligo di motivazione entro 30 giorni, altrimenti per l’amministrazione scattano le sanzioni dell’Anac.