Dopo la “richiesta” del Presidente Giorgio Napolitano per analizzare la possibilità di una amnistia o indulto, il Ministro della Giustizia Cancellieri dichiara prontamente: “Stiamo lavorando a una vera riforma carceraria”. Una frase che si sente ripetere da oltre 50 anni. Una frase che ritorna costantemente e ciclicamente alla ribalta mentre la vera soluzione del problema come una depenalizzazione di reati minori, una giustizia veloce, l’adozione della tecnologia per ascoltare i testimoni per le notifiche o per amministrare i processi e le procedure nel piano giustizia non decolla mai.
In un Paese oramai a tappeto, profondamente in crisi economica, dove le imprese chiudono o cadono tipo domino (ma non è un gioco), dove la popolazione (quella onesta) si impoverisce giorno dopo giorno, in un paese dove lo Stato a chi lavora onestamente “requisisce” con tasse e altre balzelli oltre l’85% del fatturato, la priorità il giorno dopo della fiducia al Governo è svuotare le carceri con l’amnistia o l’indulto. Bahh??? Il Presidente del Consiglio Enrico Letta dichiara: “…che questa è una vera emergenze del nostro Paese. Se è vero che il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello delle proprie prigioni, l’attuale situazione mortifica la dignità dei detenuti e, con loro, dell’Italia intera”. Bene, ma anche il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello delle armi che detiene o costruisce o peggio compra. Il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello dei servizi che offre ai cittadini, dalla onestà della propria classe politica, da stipendi e pensioni proporzionati ai propri fabbisogni e comunque entro limiti di decenza. Il grado di civiltà di una nazione si misura dal livello della giustizia (anche sociale) che riesce ad amministrare. Il grado di civiltà di una nazione si misura da come tratta gli anziani, da come tratta i più deboli, i disperati ecc. ecc… Alcuni si sono chiesti cosa fosse stato offerto in cambio per sorreggere il Governo Letta, forse: amnistia e indulto.