Enrico Letta Presidente del Consiglio
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Il caso Kazakistan indigna la stragrande maggioranza degli italiani. Parte anche la richieste di dimissioni del ministro dell’Interno dopo lo scandalo dell’arresto della Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, e della loro bimba. Josefa Idem, responsabile delle Pari Opportunità, ha dovuto dimettersi per un presunto illecito fiscale per la palestra dove si allenava. La gravissima vicenda kazaka è l’occasione per la resa dei conti “politica” nel Partito Democratico. In bilico anche il Governo, infatti, domani si voterà al Senato  la mozione di sfiducia ad Alfano presentata da Sel e M5S.  La richiesta delle dimissioni di Alfano potrebbe indebolire il governo guidato da Letta, o addirittura lo espone al rischio di una crisi. Ma molto meglio una Italia civile, democratica, onesta che scellerata.

Intanto, la Procura di Roma, continuerà le indagini e nulla esclude l’avvio di una serie di nuovi atti istruttori, ad esempio ascoltare la Shalabayeva, tramite rogatoria. Obiettivo dei PM è anche capire se la donna abbia mai fatto riferimento al suo diritto di asilo politico. Per questo sotto lente dei giudici anche il giudice di pace che ha avviato la procedura di trasferimento della donna al Cie.

Una nuova macchia per la polizia: Una questione umanitaria il caso della BIMBA DI FATTO ESPULSA. Alua, la figlia di sei anni d Ablyazov e Shalabayeva dichiara Alessandro Pansa, capo della Polizia dallo scorso giugno: «non è stata espulsa, perché le norme vietano l’espulsione di minori, così abbiamo chiesto alla signora se voleva lasciare la figlia in Italia alla sorella, ma lei ha voluto che la bimba le fosse consegnata», ha aggiunto «Non direi che la vicenda Ablyazov rappresenti una macchia per la polizia, semmai un errore».

In audizione alla commissione Diritti umani del Senato Pansa ha fatto alcune precisazioni anche sul blitz compiuto dalla polizia a Casal Palocco: «Risulta che Mukhtar Ablyazov sia stato nella villetta fino al 25 maggio, tre giorni prima del blitz della notte tra il 28 ed il 29 maggio». E sul gran numero di agenti impiegati durante l’operazione spiega: «Sono stati impiegati una trentina di agenti perché l’uomo era stato segnalato come un soggetto pericoloso protetto da persone armate.

 

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