2 minuti

Il rinvio al mese di luglio dell’emissione della prima rata della TARES (la nuova tassa comunale sui rifiuti e i servizi cosiddetti indivisibili), con riscossione nei mesi successivi, impedirà agli operatori della raccolta dei rifiuti lo svolgimento dei servizi d’igiene urbana: senza incassi non si potranno pagare i fornitori e forse neanche i dipendenti in una situazione nella quale i Comuni già soffrono gravissimi disagi economici e le banche non finanziano le imprese. Così, la raccolta e smaltimento dei rifiuti rischia un blocco.

L’allarme viene lanciato da più parti, sostenendo che alla grave emergenza rifiuti in corso si rischia in alcune regioni di sommarsi quella di vaste aree del Paese che, finora, hanno potuto tenersi al riparo grazie a corrette, efficienti e moderne gestioni del ciclo integrato dei rifiuti, che necessitano di risorse certe e costanti per poter essere efficacemente perseguite e mantenute.

Il rinvio della riscossione della TARES danneggia non solo i Comuni e le imprese d’igiene ambientale ma tutti i cittadini, che si vedranno costretti a sborsare, in poco tempo e alla fine dell’anno, l’intero importo della tassa, insieme ai versamenti dell’acconto IRPEF e del saldo IMU.

Lascia un commento