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La difficile “sintesi” tra tutela dell’ambiente e il settore del trasporto marittimo.

Rosario Consolino

Il contesto nel quale si inserisce il trasporto marittimo presenta i tratti di una funzione essenziale per il commercio e, più in generale, per l’economia di larga scala a livello globale. Si è posta, pertanto, l’esigenza di attenuare l’impatto da esso derivante attraverso la previsione di accorgimenti normativi che potessero garantire, nella prosecuzione dell’attività marittima, la salvaguardia dell’ambiente. Il tema è assai rilevante e poggia sul concetto attuale ed urgente di “sviluppo sostenibile”.

Anche se vi è stata una decisa iniziativa in sede europea ed internazionale circa l’adozione di misure utili allo scopo, bisogna tuttavia sottolineare come risulti determinante intensificare gli sforzi in materia essendo particolarmente elevato l’interesse da tutelare: la sopravvivenza dei nostri ecosistemi e delle aree costiere talora minacciati da eventi riconducibili al fenomeno del turbo capitalismo più esasperato.

Appare significativa, a tal riguardo, la diminuzione dell’attività marittima durante il periodo più acuto che coincise con l’avvento della crisi pandemica da Covid-19, anche se, al netto di tali avvenimenti, risulta possibile evidenziare come il settore abbia confermato le insite potenzialità che consentono di ricollegare ad esso quella funzione trainante di approvvigionamento internazionale.

Depone a favore di tale direzione, il contenuto della relazione redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente e dall’Agenzia europea per la sicurezza marittima, la quale, attraverso i risultati dell’analisi compiuta mettono in evidenza – come mai avvenuto prima – lo stato di salute del settore secondo una logica d’insieme e non più frammentaria. Si evince tra le pagine della relazione come le navi sviluppino emissioni di gas a effetto serra secondo una percentuale del 13,5%, facendo del trasporto marittimo, una delle modalità tra le più inquinanti valutate a regime; pertanto, la previsione di azioni deputate ad incidere sul piano normativo in un’ottica di maggiore rigidità rappresenta una soluzione fondamentale e non più rinviabile.

Il lavoro svolto di concerto tra le predette Agenzie giunge a considerare il ventaglio di utili soluzioni correlate al tema centrale dello sviluppo sostenibile del trasporto marittimo; infatti, si tratta di una materia assai delicata che richiede contemperamenti tra i diversi interessi coinvolti: tutela dell’ambiente, trasporto e sicurezza della navigazione. Invero, il settore ha realizzato progressi sotto il profilo legato all’impatto ambientale, tuttavia la prospettiva suggerisce di porre al centro le nuove battaglie finalizzate a determinare un ridimensionamento dell’inquinamento marino mediante un processo basato sulla decarbonizzazione.

Il trend delinea la presenza di una curva in crescita in relazione al settore dei trasporti marittimo e, pertanto, a corredo, il conseguente aumento di emissioni gas a effetto serra, nonché l’inquinamento del mare. Serve di conseguenza procedere verso una transizione ecologica che ponga in essere le condizioni per conformarsi agli obiettivi fissati dal Green Deal europeo e, così, realizzare, una trasformazione capace di garantire l’incontro tra salvaguardia dell’ambiente e tutela della navigazione nell’ambito dell’attività di trasporto che la caratterizza con un coinvolgimento sempre più esteso.

Lo svolgimento dell’analisi inevitabilmente conduce al ruolo che può rivestire l’innovazione anche in tale ambito, difatti si può ritenere che gli strumenti della tecnologia possano incentivare sulla strada dello sviluppo sostenibile che, nel rispetto delle esigenze economiche e di produzione, pongano al vertice della pianificazione strategica gli elementi di sicurezza della navigazione. Metodi innovativi e soluzioni digitali esprimono, dunque, la prospettiva futura da seguire per intercettare percorsi virtuosi e realizzare ragioni di sintesi in un contesto fortemente intricato ed eterogeneo.

Il settore del trasporto marittimo si pone da sempre in stretta correlazione con i processi di sviluppo sul piano economico, rappresentando, in tale ottica, un fattore assai rilevante nell’ambito della catena di approvvigionamento internazionale. A riprova di ciò che si afferma depongono le percentuali che si attestato secondo una forbice di quasi l’80% del commercio estero europeo e, correlativamente, di poco più del 30% con riferimento agli Stati membri dell’Unione europea a riguardo dello svolgimento dell’attività di trasporto per via mare. L’ordine di grandezza che si palesa consente di interpretare la portata e l’ampiezza del fenomeno per i riflessi che esso determina sul versante dell’occupazione e della ricchezza prodotta per l’economia europea.

Per tali ragioni, si individua quale punto tra i più importanti nell’agenda politica europea della Commissione, la definizione di obiettivi strategici preordinati a saper contemperare i numerosi interessi che coesistono all’interno del settore: la protezione dei cittadini, la riduzione di gravi e pericolosi incidenti marittimi, favorire la transizioni verso la digitalizzazione e circoscrivere in misura decisiva l’impatto ambientale derivante dalle attività che a regime sono svolte quotidianamente secondo proporzioni davvero troppo elevate e, di conseguenza, incentivare il trasporto intermodale, i sistemi di elettrificazione delle banchine per la riduzione delle emissioni da navi in porto ed infine la pianificazione in ambito portuale.

Se da una parte emerge con chiarezza la centralità che riveste il trasporto marittimo per gli aspetti economici dell’Unione europea, dall’altra si materializza con particolare evidenza il bisogno di ridurre l’inquinamento ambientale nel settore, poiché le strategie finora adottate non hanno sortito la decisa inversione di cui vi è urgente necessità. A tal proposito, si pensi al problema rappresentato dalle fuoriuscite di petrolio che manifesta una delle più preoccupanti anomalie tali da generare estese forme di inquinamento marino, anche perché risulta poi complicato rimediare al danno con un’efficace attività di ripristino dell’ambiente coinvolto che, peraltro, richiede interventi lunghi nel tempo.

Costituisce ulteriore problema alla salvaguardia dell’ecosistema marino causato dall’intensa attività di trasporto marittimo il rumore sviluppatosi al di sotto della superficie del mare, il quale, può contribuire notevolmente alla perdita dell’udito nelle specie marine, e all’aumento dei livelli di stress, con relativi studi scientifici che dimostrano l’attendibilità di ciò che si osserva in ragione delle conseguenze negative accadute nei riguardi di pesci e invertebrati, tartarughe marine e mammiferi marini.

Incide nel solco delle considerazioni suesposte la pervasività che il trasporto marittimo determina attraverso l’introduzione di specie non autoctone nei mari dell’Unione Europea; infatti, gli organismi sono trasportati mediante l’acqua di zavorra e l’incrostazione dello scafo con percentuali elevate rispettivamente del 25,5% e del 21,2%, assolvendo invece a funzione residuale le altre fonti come le attrezzature per la pesca e dragaggio. Si pongono le condizioni per la venuta ad esistenza di modifiche sostanziali dell’ecosistema del mare con ripercussioni negative direttamente riconducibili alle specie non autoctone introdotte negli scenari dell’habitat che viene così a definirsi.

Alla luce delle criticità esistenti con le quali servirà confrontarsi, basti pensare ai fenomeni tristemente consolidati e in continuo divenire come l’innalzamento del livello dei mari e i cambiamenti del clima, individuare la creazione di modalità e spazi deputati ad elargire energia pulita in aderenza all’importante fabbisogno esistente, rappresenta una sfida da cogliere dai contorni complessi ma non più procrastinabili.

 

Raccolta Sitografica

  • www.emsa.europa.eu/emter

  • www.ea.europa.eu/publication/maritime-transport/

  • www.cnr.it

  • https://greenport.it

  • www.isprambiente.gov.it