Con 181 voti favorevoli, 43 contrari e 23 astenuti l’Assemblea ha approvato la questione di fiducia posta dal Governo sull’articolo unico del ddl n. 3534 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”, nel testo trasmesso dalla Camera dei deputati.
Composto di sedici articoli, alcuni dei quali introdotti dall’altro ramo del Parlamento, il provvedimento – definito “di manutenzione straordinaria” dal Ministro della salute Balduzzi – contiene norme per la razionalizzazione dell’attività assistenziale e sanitaria, misure per la riduzione dei rischi sanitari connessi all’alimentazione e alle emergenze sanitarie e disposizioni in materia di farmaci.
In particolare, l’articolo 1 prevede che le Regioni provvedano al riordino dei servizi territoriali di assistenza primaria, mediante forme organizzative monoprofessionali e multiprofessionali che garantiscano maggiore continuità ed efficienza.
L’articolo 2 prevede che le Regioni possano autorizzare l’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria presso studi privati, ove non siano disponibili spazi nelle aziende sanitarie.
L’articolo 3 esclude la responsabilità penale degli esercenti professioni sanitarie per i casi di colpa lieve, ove siano state seguite buone pratiche, e disciplina i profili dei contratti assicurativi contro la responsabilità civile.
L’articolo 4 reca norme sulla dirigenza sanitaria e sul governo clinico.
L’articolo 5 prevede un aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza sanitaria, mentre l’articolo 6 reca misure in materia di edilizia sanitaria. Altri articoli riguardano la razionalizzazione della spesa sanitaria, la revisione del prontuario farmaceutico, i medicinali omeopatici.
Gli attestati di stima per il Ministro della salute non hanno risparmiato al Governo critiche di metodo e di merito: il ricorso alla fiducia ha blindato un provvedimento che scade solo tra due settimane, vanificando così il lavoro della Commissione.
Nel merito, la priorità del pareggio di bilancio e i conseguenti tagli alla spesa comprimono il diritto alla salute dei cittadini e svuotano il provvedimento di contenuti riformatori.