zanzara Aedes Aegypti
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zanzara Aedes AegyptiDi Stefano Nespor. Il dengue è una malattia provocata da quattro diversi virus (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4); è trasmessa agli uomini dalle punture della zanzara Aedes Aegypti (la stessa specie che trasmette anche la febbre gialla), dopo che questa (una femmina, i maschi non pungono l’uomo) ha punto una persona infetta. Come per la malaria, non c’è contagio diretto tra esseri umani. Senza la zanzara che funge da vettore, la malattia non si trasmette.

Il dengue è presente nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico, Cina, India, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico.
A differenza dalla febbre gialla, praticamente debellata a seguito di una scoperta di un vaccino negli anni trenta del secolo scorso, per il dengue non esiste vaccino e tutti i sistemi tradizionali (insetticidi, disinfestazioni delle zone umide, ecc.) per debellare o contenere la malattia si sono rivelati inutili. Anzi, la diffusione della malattia è in continuo aumento anche in zone ove prima era assente. Vi sono stati recenti casi in Francia mentre da alcuni anni è diffusa da qualche anno in alcune zone della Florida. Sono vittime del dengue circa 50 milioni di persone ogni anno; la metà di queste subisce conseguenze permanenti a seguito dell’infezione.

Un centro di ricerca inglese, Oxitec, assieme a scienziati brasiliani è riuscito a mettere a punto un ingegnoso sistema per debellare la malattia. Hanno sviluppato dei maschi di Aedes Aegypti geneticamente modificati che, rilasciati nelle aree ove il dengue è diffuso, nell’accoppiarsi con le femmine trasmettono un gene che provoca la morte delle nuove zanzare prima che queste raggiungano l’età in cui possono diffondere la malattia.

In una delle città del Brasile maggiormente colpita dal dengue, Juazeiro, il rilascio delle zanzare geneticamente modificate (il cui nome in codice è OX513A) ha ridotto la popolazione infetta del 85% in un anno.
Siamo in presenza quindi di un sistema ideale per combattere la malattia. È assai più sano e ambientalmente compatibile di quelli normalmente impiegati per eliminare le zanzare con prodotti chimici, anche perché si presenta privo di effetti collaterali: le zanzare infatti non svolgono alcuna attività benefica, quale l’impollinazione, si limitano solo a riprodurre la propria specie.

Ma quando Oxitec è stata chiamata per introdurre le proprie zanzare modificate in Florida ed ha iniziato i preparativi per rilasciare le zanzare modificate nel corso di questo anno, ecco che la stessa popolazione soggetta alla malattia, assistita da alcune organizzazioni ambientaliste, si è ribellata, opponendosi all’utilizzazione di un organismo geneticamente modificato che altererebbe la natura e sarebbe contrario ai voleri del creatore.

L’idea, come si sa, non è nuova.
Ciò che Dio ha voluto in un certo modo, gli uomini non possono modificare, affermò il Collegio dei teologi spagnoli vietando nella seconda metà del XVI secolo la realizzazione di un sistema di irrigazione della Castiglia che avrebbe permesso di trasformare immense piane desertiche in zone coltivabili. Così, mentre il Francia un analogo piano di canalizzazione posto in essere nello stesso periodo ha portato prosperità, la Castiglia è stata condannata per secoli alla decadenza e all’arretratezza. Ecco i vantaggi di lasciare le cose come Dio o la natura hanno voluto. Ma lo stesso potrebbe dirsi per i trapianti di cuore e, perché no, per i vaccini: Dio ha voluto il vaiolo, perché mai eliminarlo?

D’altro canto, non sembra proprio che la natura sia esente da interventi umani ormai da millenni, tanto che un famoso ambientalista americano, Bill McKibben, ha scritto, qualche anno fa, un affascinante volumetto chiamato, appunto, The End of Nature. Eppure, molti sono convinti che sia meglio evitare la zanzara modificata e continuare ad utilizzare devastanti prodotti chimici senza apprezzabili risultati.
Per approfondimenti, si veda Michael Specter, The Mosquito Solution. Can genetic modification eliminate a deadly tropical disease? In New Yorker 9 luglio 2012; si veda anche l’inserito del quotidiano Le Figaro in http://sciences-technologies.lefigaro.fr/moustiques-scientifiques.html

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